ROMA – Passa dal 59% al 71% la percentuale di coloro che scelgono una meta di viaggio per l’offerta agroalimentare. L’aumento è avvenuto dal 2019 al 2021, ovvero dal pre al post Covid. C’è insomma, ancora più voglia di abbinare bei paesaggi con ricchezze enologiche e alimentari del territorio. In una parola, Italia.
E’ in sintesi quanto è emerso in occasione della presentazione, quest’oggi in Senato, del Rapporto sul Turismo enogastronomico in Italia 2021.
Nell’estate 2021 il 33 per cento degli enoturisti italiani opterà per esperienze enogastronomiche nella propria regione, il 32% in altre regioni italiane e il 19% all’estero. Mentre per quanto riguarda i viaggi brevi (2-3 giorni), il 26% ha dichiarato di voler partecipare ad esperienze enogastronomiche; percentuale simile per i viaggi di maggiore durata (24%).
Con il post Covid è aumentata la ricerca di benessere psico-fisico, possibile in area rurale – ha spiegato la presidente dell’Associazione Italiana Turismo Enogastronomico, Roberta Garibaldi – Mentre la sostenibilità ambientale è sempre più un driver di scelta”.
Più della metà degli italiani che scelgono il turismo enogastronomico, vuole fare esperienze attive, quindi partecipare alla vendemmia e alla raccolta delle olive; mentre come offerta ricettiva l’agriturismo è una delle mete preferite (passa dal 77 all’86%), mentre fa un grande balzo in avanti la possibilità di soggiornare in un albergo tematico (legato al vino o alla birra, ad esempio) passando dal 32 al 56%.
La bellezza e l’integrità del paesaggio è importante per il 90% dei turisti enogastronomici; mentre la cultura e le tradizioni enogastronomiche lo sono per l’88%; la presenza di territorio con produzioni ad indicazione geografica (Dop, Igp, Stg) è importante per il 79% dei turisti enogastronomici e per il 68% del totale dei turisti.
Cresce il binomio bike e gusto, dal 19% del 2019 al 39% del 2021, quindi da questa primavera-estate saranno premiate tutte quelle località che offrono servizi, percorsi ciclo-turistici per gli amanti della bicicletta, magari fra cantine, vigneti ed oliveti. Funziona molto bene poi il wine e trekking.
INTERVENTI
Il ministro del turismo Massimo Garavaglia ha parlato della necessità di un piano per l’enogastronomia. “E’ come al Palio di Siena – spiega – dove ci sono i cavalli al canape e quelli alla rincorsa. L’enogastronomia è quello che può correre più veloce. Il piano per l’enogastronomia ce l’ha la Giamaica e il Senegal, se ce l’avessimo anche noi saremmo ancora più veloci. Lavoreremo con Centinaio all’Agricoltura e con Franceschini alla Cultura. Mettiamo in campo un piano dell’enogastronomia e vinceremo il Palio”.
“Questo momento drammatico del nostro Paese – ha sottolineato il sottosegretario alle politiche agricole Gian Marco Centinaio – ha fatto in parte rivedere la scelta turistica degli italiani ma anche stranieri. Una scelta che ha premiato il turismo lento, gli agriturismi e il turismo lento: lo slogan che avevamo ideato, l’Italia è un paese da vedere da mangiare e da bere è sempre più importante e attivo. Inoltre questo è turismo con una buona capaicità di spesa che resta sul territorio. ”
Fra i commenti quello di Maria Alessandra Gallone (FI – Commissione Agricoltura) il turismo enogastromico è già un grande volano per la ripartenza, uno dei settori che ci qualificano nel mondo. Vuol dire nuovo modo di vivere i territori e rilancio dell’agricoltura”. Gianpaolo Vallardi (presidente della Commissione Agricoltura e produzione Agroalimentare) ha sottolineato come “l’enogastronomia sia uno dei pilastri per la ripartenza dell’economia di questo paese”.
Mentre per Anna Maria Bernini (capogruppo Forza Italia al Senato) “settore che può crescere anche grazie alla crescita digitale. Dovremmo affrontare delle sfide di crescita, non un ritorno al passato: una grande sfida del sistema Paese, abbiamo grandi potenzialità in termini di persone, luoghi, competenze”.
LEGGI ANCHE
Turismo enogastronomico, Centinaio (Mipaaf): Presto al via tavolo di confronto permanente