FIRENZE – Ve li immaginate i grandi vini toscani annacquati? Il Brunello di Montalcino, il Chianti Classico e il Nobile di Montepulciano, il Chianti e la Vernaccia di San Gimignano, oppure i SuperTuscan, solo per citarne alcuni.
L’ipotesi che arriva dall’Ue di autorizzare la riduzione o addirittura l’eliminazione dell’alcol dal vino, trova la risposta netta e contraria dell’assessore all’agricoltura della Regione Toscana, Stefania Saccardi.
“Leggo che a Bruxelles c’è chi sta pensando di mettere acqua nel vino per abbassarne la gradazione alcolica – sottolinea Saccardi -. E, cosa ancor più sorprendente, si vorrebbe consentire tale pratica anche per le denominazioni di origine controllata e garantita. Non scherziamo: assicuro che la Toscana farà la sua parte, direttamente e incalzando anche il nostro governo, perché ciò non accada”.
“Se è sacrosanto – prosegue – l’obiettivo di combattere un consumo indiscriminato e rischioso per la salute delle bevande alcoliche, non lo si può però tradurre in una pratica che minerebbe la naturalità del vino e anche, aggiungo, la ricchezza dei sui contenuti culturali. Sono aspetti che in Toscana abbiamo ben chiari e che sono nel dna di un sistema che tiene insieme i viticoltori, i consumatori, il patrimonio vitivinicolo. E, ne sono certa, chiaro lo hanno anche tanti nostri estimatori, diffusi in ogni angolo del pianeta”.
Quello delle pratiche enologiche – conclude Saccardi – è un tema serio, ma tecnico, che va affrontato sul piano tecnico-enologico, ma che poco ha a che fare con la salute umana. Riguardo al tema del consumo dell’alcol, e bene fa l’Europa ad occuparsene, non credo sia questa la strategia corretta per porvi rimedio e il Nutriscore o il Piano per la lotta al cancro ne sono esempi eclatanti”.
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