Firenze – In attesa dell’ennesima riforma del sistema pensionistico nazionale, riportiamo qui di seguito il riepilogo dei requisiti necessari per il requisiti21.
In occasione della messa a punto della legge di Bilancio 2021 non ci sono state modifiche sostanziali al complesso e particolarmente articolato sistema pensionistico.
Anche quest’anno quindi, i lavoratori potranno andare in pensione con 62 anni di età e 38 anni di contributi, con l’applicazione della “finestra mobile” di tre mesi per i lavoratori del settore privato, sei mesi per il settore pubblico. La pensione anticipata può essere ottenuta da chi ha almeno 42 anni e 10 mesi di contributi (un anno in meno per le donne), a prescindere dall’età anagrafica.
Al pari della pensione Quota100, per la quale sembra sempre più probabile una “pesante rivisitazione” a fine anno, anche la pensione anticipata è soggetta ad un differimento di 3 mesi (sia per il settore privato che per il settore pubblico), dalla maturazione dei requisiti.
La pensione di vecchiaia potrà essere richiesta al compimento del 67° anno di età, con almeno 20 anni di contributi. Ai lavoratori impegnati nelle attività gravose e con almeno 30 anni di contributi non titolari di Ape sociale, il predetto requisito di 67 anni di età viene ridotto di un anno (66 anni).
Per questa pensione non sono disposti slittamenti della decorrenza, per cui decorre dal primo giorno del mese successivo alla maturazione dei requisiti. Disoccupati, invalidi almeno al 74%, caregivers ed i lavoratori impegnati nelle attività gravose, possono richiedere l’Ape sociale, ovvero un “accompagnamento” al pensionamento effettivo.
Per richiedere l’Ape sociale sono necessari 63 anni di età e 30/36 anni di contributi
a seconda dei casi.
I lavoratori (precoci) che hanno svolto almeno 12 mesi di lavoro effettivo prima del compimento del 19° anno di età, possono richiedere la pensione anticipata se hanno almeno 41 anni di contributi accreditati.
Rimane per il 2021 anche l’opzione donna, il sistema pensionistico riservato alle donne che hanno almeno 58 anni di età se dipendenti, 59 se autonome ed almeno 35 anni di contributi entro la fine dell’anno 2020. La pensione in quest’ultimo caso viene determinata con il sistema interamente contributivo.
Da ultimi, i lavoratori addetti a mansioni usuranti e notturni: anche nel 2021 possono andare in pensione a 61 anni e 7 mesi di età, con almeno 35 anni di contributi ed il contestuale perfezionamento di quota 97,6 (somma dell’età e contributi).
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