VENEZIA – Riaprono finalmente le porte degli agriturismi veneti. Dopo mesi di fermo totale, poi di limitazioni nei weekend e infine di coprifuoco serale, con perdite per oltre 1,2 miliardi di euro dall’inizio della pandemia a livello nazionale, da oggi si potrà tornare a tavola sia all’aperto che al chiuso nelle aziende ricettive agricole.
Ancora per una settimana sarà in vigore il coprifuoco fino alle 23, ma il possibile passaggio del Veneto in zona bianca, dal prossimo 7 giugno, potrebbe definitivamente chiudere più di un anno e mezzo di tribolazioni per il settore agrituristico.
«Le riaperture decise dal governo – spiega il presidente di Cia Veneto Gianmichele Passarini – rappresentano l’inizio della ripresa per i circa 1500 agriturismi della nostra regione. Purtroppo, le scelte sull’orario serale hanno penalizzato fortemente le strutture agrituristiche, visto che la distanza dalle aree urbane e metropolitane rende quasi impossibile la cena e il ritorno a casa entro le ore 22 (e, da pochi giorni, alle 23).
L’alternanza di “aree a colori” alla fine ha penalizzato soprattutto gli agriturismi. Hanno perso le festività natalizie, non sono ancora ripartire le (matrimoni, battesimi, cresime e comunioni). Eppure le strutture di ristorazione (bar, ristoranti, agriturismi) hanno affrontato costi ed effettuato investimenti per adeguarsi alle norme per la messa in sicurezza.
«Che poi – aggiunge Passarini – ci sono differenze tra un bar, un ristorante o un agriturismo. Questo ha quasi sempre spazi ampi, è immerso nella natura, è quello che già in partenza può offrire ambienti adatti alla condivisione, senza assembramenti».
A differenze dei ristoranti, in questi mesi non hanno potuto trovare soluzioni alternative.
«Durante la settimana – aggiunge il presidente Cia Veneto – gli agriturismi non prediligono il menù “da mensa” per i lavoratori: sono specializzare per offrire una esperienza più completa: è turismo esperienzale, è calarsi dentro un’atmosfera familiare, è vedere i campi fuori dalle finestre, vedere dove e come sono coltivati i prodotti che vengono utilizzati».
«Ecco perché – conclude Passarini – se la curva dei contagi proseguirà la sua discesa, anche grazie al buon andamento della campagna vaccinale, potremo ricominciare a frequentare i nostri agriturismi. La varietà della nostra biodiversità – che rende l’Italia un posto eccezionale – va preservata. Noi abbiamo un’associazione, Turismo Verdem che raccoglie e tutela il lavoro degli agriturismi, Ma tutti, andando a mangiare in queste strutture, possono aiutare anche il lavoro degli agricoltori (che è quello di guardiani del territorio, di manutentori del paesaggio agricolo, di produttori di eccellenze)».
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