FIRENZE – «Sarebbe giusto che anche la Regione Toscana si esprimesse contro l’agricoltura biodinamica. Siamo di fronte a una pratica altamente discutibile, del tutto priva di certificazioni come invece possiede il settore biologico». Questa la posizione di Marco Neri, presidente di Confagricoltura Toscana.
«Seguiamo l’esempio della Puglia, prima regione a bocciare questa tecnica – sottolinea Neri – . Il biodinamico non si base su validità scientifiche, ma su metodi al limite dello spirituale. Un approccio di lavoro che inevitabilmente ha sollevato già discussioni in tutto il panorama nazionale. La scelta del Parlamento di accostare l’agricoltura biologica a quella biodinamica è una scelta che non possiamo ad oggi condividere».
«La Toscana deve sapersi distinguere»
«E’ chiaro – aggiunge Neri – che anche il nostro comparto per crescere necessità costantemente di nuove tecniche e investimenti che permettano di ottimizzare i raccolti e al tempo stesso tutelare il suolo. Il rispetto dell’ambiente è un parametro fondamentale verso cui da tempo ci stiamo muovendo. Proprio per questo è importante che le risorse vengano indirizzate verso azioni concrete e metodi di cui sia già stata dimostrata l’efficacia. La politica deve, anche in una forma di garanzia verso i consumatori, essere garante delle produzioni locali. Il biologico è regolamentato ed esistono certificazioni che sanciscono i metodici di lavorazione e i relativi controlli. La Toscana – conclude Neri – che nel mondo agricolo rappresenta un’eccellenza sotto molte sfaccettature e deve sapersi distinguere anche attraverso questa scelta».