ROMA – Il glifosato non è cancerogeno, non è mutageno, né tossico per la riproduzione.
A sottolinearlo sono le conclusioni del rapporto preliminare (lungo 11mila pagine), redatto su mandato della Commissione europea, poi trasmesso all’Autorità europea per la sicurezza alimentare (EFSA) e all’Agenzia europea per le sostanze chimiche (ECHA).
Il rapporto è stato preparato dalle autorità di quattro paesi (Francia, Olanda, Svezia e Ungheria) invece di uno come da prassi Ue. Il documento indica che il glifosato ha i requisiti per essere ri-autorizzato in Europa, ma raccomanda ulteriori analisi del suo impatto sulla biodiversità.
La fase finale della valutazione spetta all’Autorità europea per la sicurezza alimentare (Efsa) e all’Agenzia europea dei chimici (Echa), alle quali oggi sono state consegnate le analisi e le raccomandazioni delle quattro autorità nazionali. Le due agenzie pubblicheranno i documenti sui loro siti web e avvieranno una consultazione on line in settembre. Raccolti i commenti, Echa e Efsa stileranno le loro conclusioni, attese rispettivamente in maggio e giugno 2022.
Dopo di che sarà quindi la Commissione europea a dover preparare una proposta legislativa sulla base dei pareri scientifici, da presentare ai paesi membri. Nel 2017 il presidente francese Emmanuel Macron aveva promesso di vietare il glifosato entro tre anni, ma nel 2021 ha poi introdotto incentivi agli agricoltori per dimezzarne l’uso entro il 2022.
Nel 2019 il Parlamento austriaco aveva approvato un divieto, rinunciandovi poi nel giro di pochi mesi. In Germania il Parlamento discute la proposta del governo di un bando dal 2024, per i danni che la sostanza potrebbe arrecare all’ambiente.
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