BARI – “Il percorso utile al riconoscimento della Dop per il Pomodoro di Puglia è la strada giusta da intraprendere e va nella direzione auspicata da CIA Agricoltori Italiani, quando è scoppiata la questione relativa alla richiesta della Campania, vale a dire quella di evitare sterili battaglie di campanile”.
A dichiararlo è Michele Ferrandino, presidente di CIA Capitanata.
Dichiarazioni che seguono alla visita, a Manfredonia, dell’assessore regionale all’Agricoltura Donato Pentassuglia.
La Regione Puglia sta mostrando di avere a cuore la questione. “Per questo motivo ringraziamo l’assessore Pentassuglia e il presidente della quarta Commissione Francesco Paolicelli, che si sono espressi chiaramente anche su un’altra questione su cui la nostra organizzazione si sta impegnando a fondo”, ha spiegato Felice Ardito, presidente di CIA Levante, “vale a dire la problematica riguardante il continuo viavai di navi che portano tonnellate di grano estero nei porti pugliesi”. Entrambi, inoltre, coordinandosi con l’assessore regionale allo Sviluppo Economico Alessandro Delli Noci, hanno portato la discussione sul futuro del pomodoro da industria a un livello più alto e costruttivo”, ha aggiunto Ferrandino.
In Puglia, con la provincia di Foggia a farla da padrona, lo scorso anno furono coltivati a pomodoro 17.170 ettari, per una produzione totale raccolta pari a 14.782.950 quintali. Da sola, la nostra regione rappresenta oltre il 50% della superficie coltivata a pomodoro in tutto il Sud e circa il 70% del raccolto di tutto il Mezzogiorno.
In provincia di Foggia, zona di massima produzione in Italia, la situazione è diversificata rispetto alle rese: si va dagli 800 ai 1200 quintali raccolti per ogni ettaro.
In Italia, la campagna di produzione dell’estate 2020 si è chiusa con un incremento (+8% rispetto al 2019) dei quantitativi conferiti all’industria conserviera nazionale. Nel 2020 sono stati conferiti all’industria circa 5,16 milioni di tonnellate di pomodoro fresco.
“I pomodori pugliesi hanno specificità qualitative che li rendono unici per proprietà nutritive e richiesta sul mercato, di qui la necessità di garantire agli agricoltori – attraverso una migliore riconoscibilità e una certificazione di qualità – una redditività all’altezza del loro impegno e del loro prodotto”, ha spiegato Ferrandino, presidente di CIA Capitanata.
“Per fare questo, è ovvio che sia necessario dare compiutezza alla filiera: dal raccolto, alla trasformazione, accorciando anche le ‘distanze’ che intercorrono tra il campo, il prodotto finito e la sua distribuzione. Il ‘valore aggiunto’ di questa punta d’eccellenza e di unicità territoriale deve andare agli agricoltori. E’ fondamentale rafforzare il potere contrattuale dei produttori, ed è ciò a cui stiamo continuando a lavorare. Serve unire le forze, sostenere le aggregazioni, puntare sulla ricerca che ottimizzi l’impiego della risorsa idrica e ci dia nuovi strumenti per una produzione sempre più resistente e qualitativa”.
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Pomodoro da industria Centro Sud. Intesa a +10 euro a tonnellata per campagna 2021