CHIOGGIA (VE) – Nasce Pescagri, il “ramo d’azienda” della CIA Agricoltori Italiani dedicato alla pesca e all’acquacoltura.
La presentazione ufficiale è avvenuta pochi giorni fa a Chioggia, dove esiste già un nucleo dell’associazione (con 30 aziende e un centinaio di lavoratori coinvolti) e sede di uno dei sei mercati ittici regionali (gli altri sono a Caorle, Pila-Porto Tolle, Porto Viro, Scardovari e Venezia).
«Le questioni della pesca sono peculiari – spiega il presidente di Cia Veneto Gianmichele Passarini – e la nascita di Pescagri è quindi necessaria. Ci vuole una struttura completamente dedicata alla tutela, allo sviluppo e alla valorizzazione di pesca e acquacoltura, in mare, nelle valli, persino nei laghi, come avviene per esempio nel Garda».
Le imprese impegnate nel settore ittico nella nostra regione sono più di 3000 (1463 aziende della pesca marittima e 1629 imprese operanti nell’acquacoltura), con una flotta di più di 650 pescherecci e più di 7200 persone addette.
I sei mercati ittici regionali muovono più di 20mila tonnellate l’anno, per un valore di 200 milioni di euro.
«La laguna veneta e l’alto Adriatico – aggiunge Passarini – sono diversi rispetto ad altre zone d’Italia. Pochi giorni fa, a Venezia, i pescatori hanno pacificamente manifestato contro norme che rendono difficile lavorare. Visti gli ospiti di altissimo livello presenti alla presentazione (dall’assessore regionale alla Pesca Cristiano Corazzari all’europarlamentare Paolo De Castro, dal direttore generale dei Ministero delle Politiche Agricole Riccardo Rigillo al direttore di Veneto Agricoltura Nicola Dall’Acqua), credo si possa partire proprio da questo: dobbiamo distinguerci e adoperarci per trovare le soluzioni, in modo laico e concreto.
«Vogliamo porci in modo collaborativo», conferma la direttrice di Pescagri Marilena Fusco. «Il nostro intento non è quello di creare ulteriori frammentazioni in questo delicato settore, ma collaborare con le altre associazioni per sostenere il mondo della pesca. Piange il cuore quando sentiamo che le imbarcazioni vengono rottamate perché non ci sono giovani che vogliono prendere la via del mare».