Legnaro (Pd) – Per ridurre la quota di carne bovina importata nel nostro Paese, attualmente vicina al 47%, a favore di una produzione nazionale, certificata e riconoscibile attraverso un marchio come quello del Consorzio Sigillo Italiano, l’unica strada è l’adozione del Piano d’azione per la zootecnia bovina da carne, strumento in grado di garantire, peraltro, la sostenibilità degli allevamenti.
Se ne è parlato il 28 giugno a Padova durante un meeting organizzato dalla AOP Italia Zootecnica, svoltosi in presenza nel pieno rispetto delle norme antiCovid e in digitale attraverso la piattaforma zoom e in streaming su youtube, dove lo si può rivedere cliccando su questo link:https://www.youtube.com/verdeanordest
Un ricco programma di interventi ha caratterizzato l’evento, che nel sottolineare il valore e le potenzialità di un comparto strategico per l’agroalimentare italiano, ne ha gettato le basi affinchè dalle parole si passi, in tempi ragionevolmente brevi, ai fatti.
“Il Piano d’azione della zootecnia bovina da carne che abbiamo elaborato non può prescindere dall’adozione di un Disciplinare di sostenibilità ambientale, sociale ed economica che intendiamo sottoporre al Mipaaf e alla Commissione europea per il necessario riconoscimento – ha sottolineato nel suo intervento Giuliano Marchesin, direttore della AOP Italia Zootecnica – a cui legare la registrazione del marchio di certificazione Allevamenti Sostenibili gestito direttamente dagli allevatori. Non solo. Proprio per favorire il miglioramento del benessere animale, la sostenibilità ambientale, sociale ed economica delle aziende e riuscire soprattutto a comunicarla ai consumatori attraverso un marchio di certificazione, pensiamo sia fondamentale sfruttare tutti gli strumenti che la nuova Pac metterà a disposizione a iniziare dall’adozione degli eco-schemi, che potranno trovare la loro massima espressione proprio attraverso il Disciplinare Allevamenti sostenibili”.
Il Piano prevede inoltre una serie di richieste da presentare al Mipaaf a partire da un adeguato impegno finanziario per favorire l’operatività degli Organismi riconosciuti come la AOP Italia Zootecnica, il Consorzio Sigillo Italiano e la OI IntercarneItalia. Ma anche l’implementazione del Sistema di qualità nazionale zootecnia (Sqnz), l’emanazione di una norma che renda obbligatoria la tracciabilità delle carni nella ristorazione pubblica e privata e il sostegno, anche finanziario, di un progetto per la produzione di ristalli in Italia che porti a una filiera 100% italiana utilizzando seme sessato e seme di tori da carne.
Un progetto, quello del Piano d’azione per la zootecnia bovina da carne presentato a Padova, che poggia le sue fondamenta proprio sulla sostenibilità, un concetto che come ha ricordato nel suo intervento Chiara Ferrarese, vicedirettore dell’ente di certificazione Csqa, “oggi non è più solo un’opportunità, bensì una necessità. Il mercato e le politiche comunitarie la richiedono e per centrare questo obiettivo è indispensabile una visione organica e realistica che preveda una strategia di comparto e non una frammentazione delle certificazioni. La sostenibilità è un tema molto vasto che coinvolge numerosi attori e proprio per questo la strada da intraprendere deve essere quella di una prospettiva strategica e di un approccio condiviso”.
E a pochi giorni dall’accordo del trilogo siglato a Bruxelles sulla nuova Pac, il punto su questo importante documento è stato fatto da Samuele Trestini dell’Università di Padova il quale, al termine del suo articolato intervento, ha voluto sottolineare che “nascerà un nuovo modello di pagamenti accoppiati – ha affermato – non saranno infatti più previste risorse per coprire i costi di produzione, bensì per finanziare nuovi progetti. Si tratta quindi di una grande occasione che non deve essere sprecata, attraverso la quale sarà possibile dimostrare e vedersi riconosciuto, soprattutto attraverso l’adozione degli eco-schemi, il valore del modello produttivo italiano”.
Le aspettative legate all’entrata in vigore della nuova Politica agricola comunitaria, fissata al 1 gennaio 2023, sono molto elevate soprattutto per il settore zootecnico che per la prima volta potrà contare sul finanziamento delle Op. “Il comparto dei bovini da carne in Italia merita una maggiore tutela – è stato il ragionamento di Veronica Bertoldo, della Direzione agroalimentare della Regione Veneto – Il nostro Paese è quarto a livello europeo come produttore ma più di altri, e questa è una criticità, dipende dall’estero per rispondere al proprio fabbisogno. Lombardia, Piemonte e Veneto coprono il 52% della produzione nazionale, il Centro Italia il 9% e il Sud e le Isole il 24%. Solo Italia Zootecnica, che associa tutte le Op dei bovini da carne del Veneto, genera un valore di oltre 500 milioni di euro corrispondente al 18% del valore nazionale. Per la prima volta nella storia di tutte le riforme della Pac la Comunità introduce la possibilità di finanziare le Op e le Aop di tutti i comparti agricoli attraverso la realizzazione dei Programmi operativi – ha concluso – che rappresentano lo strumento strategico di programmazione attraverso il quale pianificare e organizzare la produzione, ottimizzando i costi di produzione e la redditività degli investimenti per stabilizzare i prezzi alla produzione e la negoziazione dei contratti relativi all’offerta di prodotti agricoli”.