FIRENZE – Coltivatori custodi, banche del germoplasma vegetale e animale, un’anagrafe nazionale della biodiversità: sono queste le colonne di una squadra vera e propria impegnata a 360 gradi a far vincere l’agrobiodiversità in Toscana con il suo prezioso patrimonio di razze animali e vegetali a rischio estinzione.
Una storia che viene raccontata bene nell’ultima relazione a consuntivo delle attività svolte nel 2020 portata in giunta dalla vicepresidente e assessora all’agroalimentare Stefania Saccardi che ha sottolineato la qualità di un sistema regionale che, nonostante l’emergenza pandemica, in un anno ha permesso in totale di finanziare oltre 790mila euro.
Risorse così divise:
– 281mila euro per sostenere le aziende agricole nell’allevamento di 20 razze animali autoctone a rischio di estinzione;
– 46mila euro per sostenere le aziende agricole nella coltivazione di varietà locali a rischio di estinzione la cui semente è rientrata in commercio come varietà da conservazione (32 in tutto)
– 375mila euro, tramite Terre Regionali Toscane, per i coltivatori custodi, per le banche del germoplasma vegetale e animali, per la Rete di conservazione e sicurezza e i progetti di recupero, caratterizzazione, conservazione e valorizzazione delle risorse genetiche vegetali a rischio di estinzione;
– 83mila euro per programmi di animazione nelle Scuole superiori di secondo grado, ad indirizzo agrario della Toscana, per sensibilizzare i giovanissimi nei confronti della tutela dell’agrobiodiversità e finanziare un sistema di Comunità del cibo di interesse agricolo e alimentare.
“A sedici anni dall’emanazione della legge regionale sulla tutela e valorizzazione del patrimonio di razze e varietà locali a rischio di estinzione della Toscana – ha detto la vicepresidente Saccardi – possiamo dire di avere un bilancio positivo. Il sistema regionale attivato nel 2004 che si calava, rafforzandolo, in un sistema già presente istituito nel 1997 dalla legge 50 sulla tutela delle risorse genetiche autoctone toscane, prima legge in Italia sul tema, mostra ancora i suoi effetti e ne propone altri per possibili interessanti evoluzioni future sul tema dell’agrobiodiversità anche in vista della prossima programmazione del piano di sviluppo rurale. Significativo in questo settore è il numero crescente di giovani imprenditori che decidono di dedicarsi alla tutela dell’agrobiodiversità, che con le loro idee coniugano tradizione e innovazione, che lanciano un grande segnale di speranza per il futuro”.
Il risultato fa contare in Toscana la presenza di 758 risorse genetiche locali a rischio di estinzione di cui 732 già iscritte nell’Anagrafe nazionale della biodiversità di interesse agricolo e alimentare (L. 194/2015); 9 banche del germoplasma vegetale e una di germoplasma animale del sistema regionale toscano; 192 coltivatori custodi dislocati su tutto il territorio regionale, 152 dei quali già riconosciuti a livello nazionale; 137 iscritti alla Rete di conservazione e sicurezza come altri soggetti rispetto ai coltivatori custodi e alle banche del germoplasma, interessati a vario titolo alla conservazione e alla valorizzazione delle varietà vegetali locali a rischio di estinzione per un totale di 339 soggetti componenti la Rete, gestita, coordinata e animata per conto della Regione, dall’ente Terre Regionali Toscane.
LEGGI ANCHE
Toscana. Prevenzione incendi: dal 1 luglio vietato accendere fuochi in tutta la regione