Bruxelles – “Abbiamo bisogno di una politica europea più forte per la promozione dell’agroalimentare, e capace di rispondere alla battuta di arresto che Covid-19 e Brexit hanno inflitto alle esportazioni delle eccellenze del nostro ‘made in Italy’ e di tutta l’Unione”.
Questo il messaggio di Paolo De Castro, membro della commissione Commercio internazionale del Parlamento Ue, che oggi è intervenuto a Bruxelles alla conferenza organizzata dalla Commissione europea in vista della revisione della Politica di promozione, alla presenza del commissario all’Agricoltura, Janusz Wojciechowski.
Secondo De Castro, infatti “la Politica commerciale dell’Unione ha assunto un ruolo determinante per l’intero comparto agroalimentare, diventando il terzo pilastro della Politica agricola; una storia di incredibile successo per l’Unione e per i nostri produttori di qualità, che rispettano gli standard più elevati a livello globale, in termini di sicurezza alimentare, di sostenibilità dei processi produttivi e di qualità. Ma non vogliamo fermarci: i nostri agricoltori e produttori possono fare un ulteriore salto di qualità, ma solo se adeguatamente incentivati a migliorare questi standard, in linea con il Green Deal europeo”.
Per questo, la commissione per il Commercio internazionale del Parlamento europeo, ha spiegato De Castro, “non potrà mai supportare una proposta che indebolisca la Politica di promozione dell’agroalimentare Ue, o che discrimini alcuni settori, quali quello della carne o del vino, ponendoli in una situazione di svantaggio competitivo e rendendo impossibili gli investimenti necessari al raggiungimento degli obiettivi del Green Deal. Modifiche degli stili di consumo richiedono infatti tempo e un elevato sforzo di educazione alimentare dei nostri cittadini; e la Politica di promozione non può essere lo strumento adatto a perseguire tali obiettivi, trattandosi di una politica commerciale volta a rafforzare la competitività e la resilienza dell’intero settore agricolo e alimentare dell’Unione. Serve quindi – ha proseguito De Castro – una proposta di revisione ambiziosa, che si concentri sui processi produttivi più sostenibili non solo dal punto di vista ambientale, ma anche da quello del rispetto dei diritti dei lavoratori”.
“Solo seguendo un approccio basato sulla sostenibilità ambientale e l’equità sociale dei processi produttivi – ha concluso l’europarlamentare PD – potremo esportare standard migliori e più ambiziosi a livello globale, rendendo davvero efficace la Food Diplomacy dell’Unione e contribuendo al raggiungimento della Open Strategic Authonomy, che l’Unione si è posta come obiettivo, al fine di influire sempre di più a livello globale, rispecchiando i nostri interessi e valori strategici”.