Roma – Per risollevare il settore ortofrutticolo, ancora in ginocchio per le gelate tardive di primavera e causa di danni per oltre 800 milioni, occorre attivare risorse aggiuntive straordinarie.
La dotazione di 160 milioni prevista nel Dl Sostegni bis è, infatti, di gran lunga insufficiente. Cia-Agricoltori Italiani partecipa al tavolo nazionale dell’ortofrutta e riporta al centro del dibattito l’impatto dei cambiamenti climatici sulla sostenibilità economica, ambientale e sociale delle imprese del settore. Affrontare subito questa crisi serve anche a cogliere le opportunità di PNRR e Pac.
Per Cia, infatti, che sottolinea nuovamente come l’agricoltura tutta, sin dall’inizio della pandemia, abbia sempre garantito continuità a produzione e approvvigionamento; il settore ortofrutticolo è ancora alle prese con un’escalation di difficoltà che la coinvolgono da tempo e su più fronti. Ha fatto i conti con carenza di manodopera straniera in periodi cruciali per la gestione colturale e costi più elevati di produzione, post raccolta e logistica, per i dispositivi di protezione e sanificazione, distanze nei luoghi di raccolta, lavorazione e trasporto.
Settore chiave del Made in Italy -precisa Cia- incide per il 20% sull’agroalimentare con 1,2 milioni di ettari coltivati a frutta e verdura per 300 mila aziende coinvolte e un valore di 15 miliardi di euro, ma continua a essere considerato di serie B, senza agevolazioni previste dal Dl Rilancio ed escluso, per molto tempo, da interventi di decontribuzione previdenziale. Negli ultimi anni, ha pagato un prezzo alto per difficoltà operative e organizzative straordinarie, ma ha beneficiato solo di modestissimi interventi in termini di flessibilità, non godendo neanche di ristori adeguati. La pandemia, si è solo che innestata su una situazione economica critica dovuta a due anni di forti gelate, problemi fitosanitari come quelli causati dalla cimice asiatica e l’inasprirsi della competizione internazionale.
Da parte di Cia, dunque, l’appello perché su questi temi venga data ai produttori ortofrutticoli, risposta immediata e commisurata alla drammaticità del momento, guardando anche al perdurare dell’emergenza sanitaria per il Covid. Diversamente le aziende del settore, italiane ed europee, non saranno in condizione di cogliere le sfide del PNRR, essenziale, per esempio, sul fronte della logistica con l’Italia al 19° posto per infrastrutture e costi discutibili dell’autotrasporto su cui viaggia il 90% dell’ortofrutta, pari a 0,43 euro per chilometro in Italia, quasi il doppio rispetto ai competitor tedeschi (0,30 euro) e spagnoli (0,28 euro).
“Occorre lavorare sugli indennizzi e attivare tutte le soluzioni disponibili, anche a livello Ue – è intervenuto Cristiano Fini, della giunta nazionale di Cia -. Chiediamo l’attivazione di risorse aggiuntive straordinarie e interventi specifici dando seguito all’articolo 221 del regolamento 1308/2013, come già avvenuto in altre situazioni particolari. Inoltre -ha specificato- si acceleri con l’attuazione del Fondo Filiere di 150 milioni previsto in Legge di Bilancio e incrementato con il Decreto Sostegni per dare adeguata riserva finanziaria al settore.
Serve una strategia organica e coordinata -ha aggiunto- che metta a sistema le necessità del settore e le affronti con le risorse e le misure programmatorie esistenti, dalla futura Pac con nuovi strumenti di gestione del rischio, all’Ocm ortofrutta fino al PNRR, promuovendo la competitività e sostenendo gli investimenti e il trasferimento dell’innovazione per il miglioramento genetico e le nuove varietà, per più tecnologia e meccanizzazione avanzata, tecniche alternative per prevenzione e gestione fitopatie, utilizzo di energie rinnovabili e sistemi di irrigazioni a risparmio idrico, gestione dei residui virtuosa e circolare, post-raccolta, packaging riutilizzabile/riciclabile e valorizzazione degli scarti. Scongiuriamo -ha concluso Fini- il rischio reale di sradicamento degli impianti e di abbandono della coltivazione che purtroppo stiamo già registrando”.
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