Roma – Boschi, pascoli, case e aziende agricole inghiottite dalle fiamme con danni milionari.
La situazione in Sardegna, devastata da gravissimi incendi nelle ultime 48 ore, è davvero drammatica. Mentre si lavora senza sosta per spegnere i roghi, anche con i Canadair, nella provincia più colpita dell’Oristanese si contano già 20.000 ettari di territorio bruciati e 1.500 sfollati. Così Cia-Agricoltori Italiani, insieme a Cia Sardegna, che continua a monitorare la situazione ed è vicina ai cittadini e ai produttori che stanno vivendo una vera e propria catastrofe.
“Migliaia di ettari di inestimabile patrimonio boschivo e macchia mediterranea andati in fumo, centri abitati accerchiati dalle fiamme e campagne distrutte con capannoni e strutture agricole bruciate e perdite ingenti tra coltivazioni e bestiame -ha dichiarato il presidente di Cia Sardegna, Francesco Erbì -. Davanti a questa emergenza assoluta, siamo al fianco delle centinaia di agricoltori e allevatori che stanno lottando per cercare di salvare le aziende dal fuoco recuperando animali e mezzi di lavoro. Siamo pronti a garantire loro la necessaria assistenza, sia per la dolorosa conta dei danni subiti, sia per sostenerli nella ricostruzione e ripartenza.
Restiamo vicini ai Comuni e alle popolazioni coinvolte e ribadiamo la completa mobilitazione del mondo agricolo per far fronte a qualsiasi necessità e per collaborare con la Protezione Civile, il Corpo Forestale e tutte le forze dell’ordine impegnate in questa terribile lotta contro gli incendi”.
“La situazione di straordinaria emergenza che sta vivendo la Sardegna richiede soluzioni di emergenza e, soprattutto, risorse straordinarie -ha sottolineato il presidente di Cia nazionale, Dino Scanavino -. Chiediamo al governo di attivarsi subito per far fronte a questo disastro economico e ambientale con l’impiego tempestivo di fondi dedicati al ripristino immediato delle attività aziendali e al ristoro dei danni subiti da intere comunità, affinché il territorio possa ripartire con tutte le attività economiche. In particolare, una prima risposta per venire in soccorso del settore primario potrebbe essere l’erogazione in via straordinaria, immediata e automatizzata, dell’80% degli anticipi Pac ad agricoltori e allevatori, senza oneri o costi aggiuntivi”.