BELLUNO – Perdite fino al cento per cento di uva nei vigneti a causa della grandinata che ieri pomeriggio ha flagellato il territorio feltrino. Chicchi di grandine come palline da ping-pong hanno bersagliato le colture, già colpite più volte durante questo mese, facendo disastri nella zona di Cesiomaggiore.
“I nostri produttori stanno compiendo le verifiche nei campi – spiega Enzo Guarnieri, vicepresidente di Confagricoltura Belluno e presidente del Consorzio Coste del Feltrino -, ma sappiamo che la tempesta ha colpito duro a Cesiomaggiore, Pederobba, Cesio e Santa Giustina. I produttori colpiti hanno avuto mediamente danni attorno al 30 per cento, ma c’è anche qualcuno che ha perso tutta l’uva. Siamo preoccupati perché questa è la terza grandinata di media gravità, nel giro di poche settimane, che colpisce i viticoltori. Una, che proveniva da Nord, ha colpito l’area da Mugnai a Pedavena. L’altra ha preso in pieno la zona di Seren del Grappa e dintorni”.
Marco De Bacco, titolare dell’azienda vitivinicola omonima, vincitore di numerosi riconoscimenti grazie a vigneti autoctoni e resistenti come Solaris, Pavana e Bianchetta, è tra i produttori più colpiti. “Ieri alle 17.30 è venuta giù tanta di quella grandine da fare un macello di foglie e grappoli – dice -. Nel mio vigneto di Cesiomaggiore, a Chardonnay e Pinot, in alcune parti c’è poco da salvare. In altri ci sono danni del 30 per cento. E gli altri produttori nella zona sono nelle mie stesse condizioni. Ho vigneti in altre zone, come Seren del Grappa e Fonzaso, dove ho preso le grandinate precedenti. Ma nessuna è stata una batosta come questa. Altrove, infatti, la perdita di produzione sarà minima, perché le rese sono alte e l’uva si è ripresa bene”.
La grandine ha rovinato un’annata che stava procedendo per il meglio. “Contrariamente all’anno scorso la piovosità di maggio e giugno è stata più contenuta – riassume Guarnieri -. I grappoli sono cresciuti quindi sani e gli attacchi di peronospera sono stati molto limitati. Eravamo molto soddisfatti e pregustavamo un’ottima vendemmia, ma la tempesta ha cambiato le prospettive. C’è chi potrà brindare a una buona annata e chi meno. Bisogna passare indenni questi ultimi giorni di luglio, nei quali si preannuncia ancora qualche temporale, e poi agosto. Grossi pericoli legati alle malattie non ce ne sono. La stagione è in ritardo di una decina di giorni, perché la primavera è stata piuttosto fredda. Ci auguriamo di portare comunque a casa una buona qualità e quantità, come l’anno scorso. Gli ettari in produzione sono costantemente in aumento, con un potenziale produttivo di oltre 300.000 bottiglie. Sono in aumento le aziende che hanno adottato il metodo biologico, un fattore consequenziale all’adozione di varietà di vite resistenti”.
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