ROMA – Si va dalla A di “abbattimento piante” alla Z di “zappatura con trattrice”, passando per aratura, diserbo, essicazione cereali, fresatura ceppi, iniezione reflui, livellamento, sarchiatura, semina, trattamenti antiparassitari, trebbiatura, trinciatura.
Come tutti gli anni, a metà estate, sono stati dati alle stampe e depositati in Camera di commercio i tariffari provinciali e regionali delle lavorazioni agromeccaniche, garanzia di servizi di qualità nel rispetto dell’etica professionale. Le associazioni provinciali e regionali di contoterzisti aderenti all’Unione Nazionale Contoterzisti Agromeccanici e Industriali – UNCAI hanno deciso di mantenere quasi ovunque i prezzi invariati rispetto al 2020, con leggeri aumenti del 2-3% solo dove erano fermi da oltre cinque anni.
Le tariffe, espresse in ore o in ettari (ma anche, a seconda degli usi locali, in pertiche o in giornate piemontesi), sono determinate dopo un’attenta analisi di tutti i costi fissi e variabili delle macchine rapportate alle singole lavorazioni. Incidono nella determinazione delle tariffe anche le norme previdenziali, fiscali, tributarie, di sicurezza e di circolazione stradale che le imprese sono tenute a rispettare.
Il 2020 e il 2021 i contoterzisti hanno avuto grandi opportunità di aggiornare e rinnovare il parco macchine. L’agricoltura digitale permette di misurare e amplificare i vantaggi produttivi dell’agricoltura di precisione. Per questo motivo, in alcuni casi, si è deciso di specificare nei tariffari quando una lavorazione è svolta adoperando macchine interconnesse tra loro.
“Mantenere le tariffe quasi identiche rispetto a un anno fa è stato uno sforzo per tutti i contoterzisti, alle prese in questi mesi con un incremento incontrollato del prezzo dei carburanti. Il momento economico è difficile per tutti gli operatori del settore, e la categoria è consapevole di dover fare la sua parte per sostenere la ripresa economica del Paese”, spiega il presidente Uncai Aproniano Tassinari. “I tariffari nascono con l’intento di rendere il lavoro remunerativo anche nelle situazioni più disagiate”, prosegue il presidente di Uncai. “Se un’azienda agromeccanica non genera utili, non può proporre servizi di qualità. Pubblicare i costi di ogni singola tipologia di intervento agromeccanico rappresenta quindi anche un monito per quelle le aziende che applicano prezzi troppo bassi, forse perché ritengono i servizi agromeccanici solo una attività aziendale secondaria. Oltre a violare l’etica professionale dei Contoterzisti, tali aziende creano diseconomie al loro interno e ostacolano il rinnovamento tecnologico e professionale che sta interessando il comparto”, conclude Aproniano Tassinari.