VERONA – C’è un notevole interesse del mercato per le mele estive veronesi, gruppi varietali dal colore rosso che piacciono molto ai consumatori.
La grande richiesta di quest’anno è dovuta al fatto che non c’è giacenza, in quanto le celle si sono svuotate già prima dell’inizio della nuova campagna.
“I consumi di frutta stanno andando bene e le Gala estive con i loro diversi cloni, che a Verona abbiamo da poco iniziato a raccogliere, sono un prodotto fresco e croccante che attira molto – sottolinea Francesca Aldegheri, presidente del settore frutticolo di Confagricoltura Verona -. Il meteo in questo momento ci sta aiutando, con uno sbalzo termico tra il giorno e la notte che favorisce la colorazione rossa delle mele, che sono di buona qualità. Ci sono però due nei: la quantità ridotta e la pezzatura media inferiore a quella dell’anno scorso, che sono conseguenza delle gelate di aprile. Il freddo ha fatto avvizzire i fiori centrali, che danno origine ai frutti più belli, graziando la seconda e la terza fioritura. Dove non c’erano gli impianti antibrina si arriverà a un 50 per cento di mele non commerciabili, in quanto inferiori al calibro 60. I frutti piccolini finiranno quindi all’industria, che le utilizzerà per fare succhi, marmellate e purea”.
Per quanto riguarda i prezzi, le prime partite con le mele migliori sono state vendute a prezzi soddisfacenti, intorno ai 50 centesimi. “Cantare vittoria però è prematuro – avverte Piero Spellini, frutticoltore di Villafranca e presidente dei pensionati di Confagricoltura Verona -, in quanto il mercato non è ancora partito e, inoltre, abbiamo il fiato sul collo della concorrenza straniera, a partire dalla Turchia che ha costi irrisori per la manodopera e può dunque permettersi di vendere il prodotto a prezzi più bassi”.
Le mele estive, al momento, sembrano destare poco interesse della cimice asiatica, che ha fatto abbondanti scorpacciate di pesche, more e pere. “La cimice asiatica preferisce le mele tardive – spiega Aldegheri -, perché durano più a lungo e arrivano alla fine dell’estate, quando non è rimasto più niente da mangiare per gli insetti”.