ASTI – L’annata 2021 sarà per sempre ricordata come la stagione più ricca e variegata di eventi atmosferici nefasti per tutto il comparto agricolo. Durante questo anno si sono infatti manifestate tutte le calamità maggiormente compromettenti per il settore primario.
Prima l’inverno con temperature sopra la media stagionale, poi la primavera con centinaia di ettari di frutteti colpiti da gelate, trombe d’aria, temporali violenti. Infine l’estate con la siccità e danni notevoli alle colture in campo e gli incendi boschivi.
Tra le colture più a rischio c’è sicuramente la vite, che ha visto perdere parecchi germogli in seguito alle gelate del 7 e 8 aprile per poi subire il colpo di grazia in occasione della grandinata di inizio luglio a maturazione quasi completata. Ora il problema che maggiormente sta affliggendo i viticoltori è il sole cocente che sta surriscaldando a dismisura i vigneti causando vere e proporre scottature sugli acini e la disidratazione del grappolo. Questo comporta un conseguente elevato aumento delle gradazioni zuccherine.
Proprio per contenere tali effetti, tra le pratiche di gestione del vigneto successive alla potatura invernale, quella della defogliazione è una delle operazioni più indicate. Infatti, secondo ricerche internazionali è emerso che la rimozione precoce delle foglie fa sviluppare sull’epidermide degli acini alcuni composti fotoprotettivi, come risposta di adattamento alle condizioni climatiche più calde riducendo così l’incidenza delle scottature solari.
“Per contrastare questo problema è possibile anche ricorrere all’uso della caolinite (già oggetto di sperimentazioni effettuate in passato dall’Australian Grape and Wine Authority) – afferma Enrico Masenga, tecnico specialistico di Asti Agricoltura – una sostanza in grado di assorbire i raggi UV, per evitare “scottature” all’uva. Il tutto senza che rimanga alcun residuo sulle uve. Tutto ciò per evitare anche un ulteriore innalzamento della gradazione alcolica che negli ultimi anni sta raggiungendo valori troppo elevati”.
Secondo la sperimentazione, queste polveri permetterebbero di preservare le uve dai colpi di calore (sia per diversi giorni consecutivi a 35° C, sia per una giornata intera sopra i 40° C), ed anche di accelerarne la maturazione.
Inoltre, in fase di impianto di nuovi vigneti, che solitamente vengono realizzati in direzione sud-est, per evitare questo problema è consigliabile variare di alcuni gradi l’esposizione al sole delle barbatelle. “Una variazione di pochi gradi di inclinazione potrebbe contribuire ad evitare i raggi solari serali, contenendo quindi il surriscaldamento dei grappoli d’uva”, conclude Masenga.
“Chiediamo alle istituzioni una maggiore attenzione e sostegno economico verso la ricerca e la sperimentazione di questi prodotti innovativi in grado di salvaguardare la vite e tutto il comparto agricolo in generale”, dichiara Mariagrazia Baravalle, direttore di Asti Agricoltura. “La sede astigiana di Confagricoltura, da sempre impegnata nella formazione in campo di figure professionali agricole, ha in programma l’organizzazione di corsi specifici sulle tecniche di prevenzione dei danni causati da cambiamenti climatici”.
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