ROMA – Lo strumento del credito è stato fondamentale durante la pandemia. In modo particolare si è rivelato strategico per agricoltori e agromeccanici che insieme hanno materialmente trainato l’economia del Paese.
Anche nella prospettiva di una prossima uscita dall’emergenza, gli strumenti finanziari non smettono di essere strategici. “Con l’export agroalimentare italiano vicino a superare i 50 miliardi nel 2021 e il credito d’imposta agricoltura 4.0, le aziende conto terzi sono tornate a programmare lo sviluppo. Questa fase, infatti, premia chi investe nella propria attività, in strumenti concreti per progredire sui fronti dell’innovazione di processo e dei servizi agromeccanici, della sicurezza sul lavoro e ambientale e della semplificazione burocratica, al fine di soddisfare al meglio le richieste dell’agricoltore”, afferma il presidente dell’Unione Nazionale Contoterzisti Agromeccanici e Industriali – Uncai, Aproniano Tassinari.
Per rimanere sul treno della ripartenza, occorre tuttavia favorire rapporti più solidi tra finanza, credito e imprese che operano nel settore agricolo. Mondo finanziario-bancario e mondo produttivo devono imparare a muoversi in sintonia. A tal fine occorre ridurre l’asimmetria informativa verso le imprese; accrescere competenze e strumenti per una corretta diagnosi della situazione economico-finanziaria aziendale; allargare gli orizzonti dell’impresa alle fonti di finanziamento anche non bancarie.
“Ognuno deve fare la sua parte per rendere il settore più produttivo, sostenibile e competitivo: le imprese devono migliorare la cultura della finanza, gli istituti di credito devono specializzarsi e affinare le capacità di analisi delle imprese attive nel settore agricolo”. Oggi le associazioni territoriali aderenti a Uncai sono in grado di supportare le crescenti attese degli associati, mettendoli in condizione di cogliere le opportunità offerte dagli strumenti del sistema bancario, sempre più presente localmente con una capillare azione di sensibilizzazione verso le specificità del mondo agricolo. “Occorre tuttavia che alla base vi siano progetti, idee e grandi piani attorno alle aziende agromeccaniche che dimostrano evidenti capacità e voglia di innovare il settore, di uscire dalla frammentazione e di ragionare su risultati e prestazioni più che sulla mera conformità a regolamenti e burocrazia”, conclude Aproniano Tassinari.
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