RAVENNA – “Una grande opportunità. Una straordinaria occasione per presentare un progetto innovativo, portato avanti in collaborazione con il Centro ricerche produzioni animali di Reggio Emilia, volto a dimostrare come sia possibile mitigare gli effetti legati ai cambiamenti climatici nella produzione di erba medica, evidenziando che la zootecnia italiana rientra a pieno titolo in un concetto di filiera integrata che dalla produzione arriva fino al consumatore”.
Così Gianluca Bagnara, presidente di AIFE/Filiera Italiana Foraggi, commenta la partecipazione dell’Associazione Italiana Foraggi Essiccati alla prossima edizione di SANA, il Salone internazionale del biologico e del naturale giunto alla sua 33ma edizione, che dal 9 al 12 settembre 2021 animerà in presenza, nel pieno rispetto delle norme antiCovid, i padiglioni di BolognaFiere.
L’evento che vedrà AIFE/Filiera Italiana Foraggi protagonista è previsto per venerdì 10 settembre alle ore 10 presso lo stand della Regione Emilia-Romagna, Padiglione 37 stand 14.
“L’invito a partecipare a questa importante kermesse, giunto direttamente dalla Regione Emilia Romagna, non poteva certo essere disatteso – sottolinea Bagnara – non solo perché riconosce ad AIFE/Filiera Italiana Foraggi un ruolo di primo piano nella produzione di foraggi essiccati e disidratati grazie a una quota produttiva di circa 800mila tonnellate/anno, pari al 10% della totalità nazionale e seconda a livello europeo dietro la Spagna, ma soprattutto perché, come ho ricordato prima, ci permetterà di presentare il progetto Medi-C-A-Rbonio, acronimo di contabilizzazione delle emissioni e sequestri del carbonio nel processo produttivo del foraggio da prato di erba medica per valutarne il contributo alla mitigazione dei cambiamenti climatici, realizzato nell’àmbito del Programma di sviluppo rurale 2014-2020 dell’Emilia Romagna che ci vede coinvolti con una quarantina di aziende associate insieme al Crpa, che del progetto è partner scientifico”.
Il Progetto, biennale, sta per giungere al giro di boa essendo partito verso la fine del 2020 a causa dell’emergenza sanitaria legata alla pandemia che ne ha ritardato l’avvio inizialmente previsto.
“Il nostro obiettivo sarà quello di permettere alle aziende associate di ottenere successivamente il made green in Italy, la certificazione ecologica di prodotto rilasciata dal ministero della Transizione Ecologica al quale abbiamo già presentato la relativa domanda all’inizio dello scorso mese di agosto – continua il presidente Bagnara – L’iter è pertanto avviato e adesso seguirà il relativo percorso di implementazione per definire il protocollo di utilizzo. L’importanza di stabilire l’impronta di carbonio presente nei terreni dove si pratica la rotazione colturale con erba medica è fondamentale per la sostenibilità ambientale, la valorizzazione dei territori ma anche per la competitività del prodotto. Con la partecipazione a SANA, AIFE/Filiera Italiana Foraggi potrà inoltre dimostrare che la collaborazione tra sistema pubblico e sistema privato è possibile e assolutamente auspicabile perché favorisce un connubio tra ricerca e merketing”.
Intanto si iniziano a tirare le somme sul raccolto di quest’anno, un anno che Gianluca Bagnara non esita a definire terribile a causa dell’andamento climatico contrassegnato dalle forti ondate di calore che hanno caratterizzato l’estate. “È vero che la profondità delle radici dell’erba medica le permette di recuperare acqua meglio di altre colture – riflette – ma i 40 gradi registrati per lunghi periodi nell’estate che ci stiamo lasciando alle spalle sono faticosi da sopportare anche per una coltura così resistente, ed è purtroppo per questo che dobbiamo registrare un crollo delle rese”.