VERONA – La vendemmia nel Veronese entra nel vivo e comincia anche la fibrillazione del mercato per le quotazioni dell’uva. Dopo un 2020 in cui i prezzi delle uve veronesi non hanno brillato, in conseguenza dell’emergenza pandemica che ha rallentato le vendite interne e portato a tanto prodotto invenduto, quest’anno il settore vitivinicolo sta recuperando il terreno perduto.
“Il 2020 ha visto una produzione scarsa a causa degli eventi meteorologici avversi – spiega Christian Marchesini, presidente provinciale e regionale dei viticoltori di Confagricoltura Verona e del Consorzio di tutela Valpolicella doc – e di conseguenza quest’anno la domanda di uve è in aumento. Spicca, in particolare, la forte richiesta di uve per la produzione di Amarone, trainato da un grande export verso Paesi come Stati Uniti, Regno Unito, Germania e Canada, ma anche per tutta la gamma di vini Valpolicella. L’incremento di prezzo previsto oscilla tra il 15 e il 20 per cento. Ottime prospettive anche per il Lugana, per il quale pure si prevede un rialzo del 20 per cento sulla scia delle brillanti performance di vendita in Germania”.
Lieve incremento atteso anche per il Pinot Grigio, mentre per quanto riguarda Bardolino, Custoza e Soave il mercato è più calmo. “Prevediamo un andamento in linea con quello del 2020 – sottolinea Franco Cristoforetti, presidente dei vitivinicoltori di Confagricoltura Verona e del Consorzio di Tutela del Chiaretto e del Bardolino -, anche se abbiamo qualche sentore di possibili aumenti, seppure lievi. Ed è quanto auspichiamo, dato che le quotazioni delle uve l’anno scorso sono state un po’ sottotono. Quello che va sottolineato è che il settore vitivinicolo, nonostante l’annata nera legata al Covid, ha retto bene alla crisi e sta recuperando tutte le posizioni del mercato”.
Resta la mancanza di manodopera, già segnalata qualche settimana fa. Sul portale di Agribi Verona, l’ente bilaterale per l’agricoltura, le richieste di raccoglitori per la vendemmia si moltiplicano e riguardano tutte le zone viticole: da Grezzana a Negrar, da Cavaion a Mezzane e Illasi. “La carenza quest’anno è forte – conferma Marchesini -, sia per tutte le problematiche legate alla pandemia, sia per la mancanza di risorse accaparrate da altri settori. Vedremo cosa potremo fare in Valpolicella, dove metà della produzione deve essere raccolta a mano. Tra l’altro è possibile che si cominci prima del previsto, perché le giornate assolate e la forte escursione termica, con le temperature fresche durante le ore notturne, sta favorendo la maturazione ottimale delle uve. L’annata sarà condizionata dall’andamento meteo dei prossimi 15 giorni, ma confidiamo che possa essere tra le migliori degli ultimi vent’anni”.
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