FIRENZE – Da 20 milioni di euro a oltre 100 milioni di euro. A tanto ammontano adesso le risorse a favore dell’agricoltura biologica in Toscana.
La giunta regionale su proposta della vicepresidente e assessora all’agroalimentare Stefania Saccardi ha integrato il bando della misura 11 del PSR per l’introduzione e mantenimento dell’agricoltura biologica portando la dotazione iniziale da 20 milioni di euro a 100 milioni di euro, attivando i fondi del periodo transitorio 2021-2022, nonché sul bando della misura 13 per le indennità a favore delle zone soggette a vincoli naturali o ad altri vincoli specifici, aggiungendo altri 7,9 milioni di euro.
In questo modo la Regione concretizza l’impegno preso con le organizzazioni professionali agricole nei confronti delle aziende che operano in zone particolari e per quelle che intendono introdurre o mantenere il metodo di produzione biologica, attraverso il pagamento del premio annuale ad ettaro di superficie agricola soggetta ad impegno.
L’agricoltura biologica rappresenta in Toscana già oltre il 32 per cento della superficie agricola utilizzata con oltre 150 mila ettari, costituiti in gran parte seminativi, ma anche da oliveti, vigneti e frutteti.
Le nuove risorse consentiranno di sostenere tutte le 5.800 aziende che hanno già risposto al bando della misura 11 (agricoltura biologica) e le oltre 10.000 che hanno presentato domanda sulla misura 13, alle quali si aggiungono le oltre 4.000 aziende delle aree montane. Il pagamento dei premi è previsto a partire dal novembre di quest’anno.
“E’ una scelta fortemente voluta – ha detto la vicepresidente Stefania Saccardi -. In attesa del nuovo periodo di programmazione 2023-2027, abbiamo deciso di dare da subito il segnale della particolare attenzione della Regione sul tema di un’agricoltura sempre più rispettosa di modelli sostenibili a basso impatto ambientale, in linea con gli obiettivi europei del Green Deal, della strategia Farm to Fork e della Politica Agricola Comune. Questa considerevole integrazione servirà a sostenere non solo le attività agricole nelle aree con maggiore difficoltà territoriali, ma anche le oltre tremila aziende che già operano nel biologico, e tutte quelle che intendono introdurre questo metodo di coltivazione, offrendo loro l’opportunità di sviluppare una agricoltura particolarmente attenta all’ambiente e sempre più sostenibile”.