FIRENZE – “Il futuro dell’agricoltura non può prescindere dalla sostenibilità, ma è bene tenere sempre a mente che tale fondamentale aspetto va declinato nelle tre anime che lo compongono; l’agricoltura sostenibile, quindi, dovrà basarsi su un approccio olistico nel quale le componenti ambientale, economica e sociale andranno di pari passo, così da garantire uno sviluppo armonico e strutturato”.
Lo ha sottolineato il presidente della Copagri Franco Verrascina intervenendo all’Open Forum on Sustainable Agriculture, con il quale si è aperto il G20 dell’Agricoltura, il vertice ministeriale che riunisce le principali economie mondiali e che si tiene fino al 18 settembre nel capoluogo toscano.
“In un territorio dalla forte vocazione e tradizione agricola, come quello italiano, abbiamo già numerosi esempi di applicazioni pratiche di agricoltura sostenibile, che ci fanno guardare al futuro con fiducia; i produttori agricoli sono da tempo impegnati in prima linea per assicurare il raggiungimento degli obiettivi comunitari in materia di sostenibilità, ma chiedono che il peso economico di questo imprescindibile traguardo non vada a ricadere unicamente sulle loro spalle, già gravate da problematiche ataviche e dalle ricadute economiche della pandemia”, ha evidenziato il presidente durante i lavori, svoltisi alla presenza del Commissario europeo all’agricoltura Janusz Wojciechowski, del Ministro delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali Stefano Patuanelli e di diversi ministri e delegati dei paesi membri del G20.
Un esempio concreto di sostenibilità ambientale applicata all’agricoltura è arrivato dalla testimonianza di Yuri Maggi, un giovane imprenditore associato alla Copagri che gestisce l’azienda agricola di famiglia, un’impresa biologica a conduzione familiare, radicata nel territorio da tre generazioni, che ha intrapreso con decisione la strada del rispetto dell’ambiente e dell’innovazione, pur nel rispetto della tradizione.
“Operiamo nel maceratese dagli anni Sessanta e da tempo abbiamo puntato fortemente sull’innovazione e sulla sostenibilità ambientale, che siamo fermamente convinti rappresenti il futuro del primario; l’azienda agricola Maggi e Vecchioni, infatti, è completamente autosufficiente su tutte le lavorazioni, rappresentando in tal modo un vero e proprio esempio di ciclo chiuso”, ha spiegato il giovane imprenditore.
“Ci siamo concentrati sul rispetto del benessere animale e sulla coltivazione naturale di tutto ciò che i nostri animali richiedono; questo processo ci ha portato alla creazione di un sistema basato sull’autoproduzione dei mangimi animali e dell’energia utilizzata per le lavorazioni, che deriva dall’utilizzo di una pala eolica, che abbiamo acquistato grazie al PSR e installato nei nostri terreni”, ha aggiunto Maggi.