FIRENZE – In un mondo globalizzato, realizzando sistemi agroalimentari sostenibili e resilienti e raggiungendo l’obiettivo fame zero, l’agricoltura del XXI secolo deve raccogliere sfide enormi.
Contemporaneamente però dovrà essere un’agricoltura che guarda con interesse alle identità territoriali, restando consapevole che per raggiungere obiettivi ambiziosi dobbiamo applicate con professionalità e competenze tutte le più attuali conoscenze tecnico-scientifiche a disposizione.
Per questo motivo le 5 proposte che dottori agronomi e forestali fanno ai Ministri dell’agricoltura dei Paesi del G20 è di guardare con lungimiranza al domani, ancorandosi all’innovazione e alle scoperte scientifiche, ma ponendo al centro del dibattito i diritti, la sostenibilità, la valorizzazione delle tipicità e il rispetto del territorio e del paesaggio, così trovare equilibrio sostenibile tra bisogni dell’uomo e rispetto dell’ambiente.
5 PROPOSTE PER L’AGRICOLTURA DEL XXI SECOLO
1) Pari condizioni sociali e dei diritti e di produzioni
I dottori agronomi e i dottori forestali chiedono ai Ministri un impegno radicale per impedire lo sfruttamento della manodopera in ambito agricolo.
Un’azione in tal senso sarà un fattore di miglioramento della condizione dei lavoratori, ma anche un freno alla concorrenza sleale di prodotti di importazione e un prerequisito imprescindibile per ottenere sistemi agroalimentari sostenibili.
2) Sostenibilità a scala globale
I dottori agronomi e i dottori forestali chiedono ai Ministri di porre attenzione all’impatto delle tecniche agricole su scala globale, che oltre all’efficienza e all’efficacia devono essere finalizzate alla preservazione della biodiversità e dei paesaggi.
L’impegno a realizzare, su scala globale, sistemi agroalimentari capaci di contrastare i cambiamenti climatici, di preservare la vitalità del suolo, rispettare la biodiversità animale e vegetale, ridurre lo spreco idrico e alimentare, ridurre gli impatti sui bacini idrografici deve diventare un impegno prioritario e contestuale di tutte le nazioni.
L’impegno a misurare con indicatori il livello di sostenibilità dei sistemi agroalimentari deve diventare un obiettivo condiviso.
3) Normative armonizzate sull’impiego dei prodotti di sintesi
I dottori agronomi e i dottori forestali chiedono ai Ministri di armonizzare a livello globale le normative sull’impiego dei prodotti di sintesi ammessi.
Serve un impegno coordinato e contestuale da parte di tutti i paesi del G20, così che si possano attuare tecniche agronomiche rispettose dell’ambiente, eliminando fenomeni di concorrenza sleale ai prodotti nazionali che rischiano renderebbero vane le scelte politiche in tal senso.
È auspicabile la creazione di un organismo sovranazionale, che si occupi in maniera trasversale della trasparenza agroalimentare, che abbia potere di monitoraggio e controllo delle corrette applicazioni delle indicazioni fitosanitarie più moderne e rispettose dell’ambiente e dei territori. Un organismo più forte di quelli esistenti, che limitano la propria azione al contrasto della diffusione delle fitopatologie.
4) Agricoltura come stabilizzatore sociale
I dottori agronomi e i dottori forestali chiedono ai Ministri di valorizzare il ruolo dell’agricoltura come generatore di economie forti e resilienti nelle aree più povere, nelle cosiddette aree interne, nelle periferie.
Sviluppando sistemi agroalimentari sostenibili e resilienti si può trovare un migliore equilibrio tra lavoro umano e risorse locali, contrastando l’inurbamento divenuto esponenziale e incontrollabile, offrire un’opportunità per le donne e alle fasce deboli della popolazione, generare un patto intergenerazionale di saperi antichi e conoscenze moderne.
5) Gestione delle produzioni territoriali e tutela della filiera locale
I dottori agronomi e i dottori forestali chiedono ai Ministri di valorizzare le filiere dei prodotti locali.
La valorizzazione dei prodotti tipici locali, con l’inserimento di attività agro-silvo- pastorali in contesti ambientali che ne traggono anche un beneficio di conservazione e tutela del paesaggio, caratterizzano la ‘nuova agricoltura’.
Una politica in tale direzione potrà alimentare economie solide e legate al territorio, sarà garante della tutela del paesaggio agricolo e rafforzerà il legame culturale con il territorio, oltre che fungere da stimolo per un turismo lento e consapevole.
“Attuando questi obiettivi si mantiene un legame con il territorio e le tradizioni” – dichiara Sabrina Diamanti, Presidente CONAF, – “Sono però raggiungibili solo in un incessante contesto di ricerca e innovazione, con il contributo di professionisti preparati e qualificati, che abbiano uno sguardo ampio e articolato sul futuro. E consapevoli dell’importanza di garantire la risorsa primaria dell’umanità, quella alimentare, punto di partenza indispensabile per la tutela della salute umana”.
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