ALESSANDRIA – Sta prendendo il via la campagna di raccolta del riso anche in provincia di Alessandria. Come evidenziato anche dai tecnici Cia Alessandria, per il secondo anno, si parte in ritardo: già in primavera le semine sono state tardive, poi le temperature fredde hanno spostato in avanti tutto il ciclo vegetativo del riso, che ora sta continuando a vegetare per le temperature calde di questo inizio autunno anomalo.
Si è verificata la presenza su tutti gli areali coltivati a riso di forti grandinate, sulla base delle liquidazioni assicurative si stima un calo produttivo generale di un milione di quintali di riso. Sul mercato non ci sono ancora grosse quantità di riso commercializzate, non sono ancora state trebbiate e non è possibile fare previsioni precise. I pochi agricoltori che hanno trebbiato sono però soddisfatti, pare che il prodotto sia buono.
Spiega Marco Deambrogio, risicoltore a Terranova e presidente zonale Cia Casale Monferrato: «Le varietà di riso più comuni sul nostro territorio sono per il mercato da interno: Carnaroli, Arborio, Baldo, Roma e Sant’Andrea. Poi ci sono i Tondi, per i risi soffiati e il sushi, il Lungo B che è il riso Indica asiatico. Quest’anno ci sono stati alcuni cambiamenti sulle varietà di semina, secondo le statistiche si è verificata una flessione del 15% dei risi Tondi, un incremento dei Lungo B (gli Indica) del 18%, per i risi medi un calo del 25%, e un incremento del 5% dei Carnaroli. Nonostante una richiesta di mercato equilibrata, ci sono difficoltà nelle importazioni a causa dei costi elevati: il Lungo B, la varietà più coltivata, ha un prezzo di mercato al taglio superiore di 5 euro sull’anno scorso (ad oggi sono 35 euro/quintale contro i 30 dello scorso anno). Abbiamo notizie sui risi delle Americhe, in calo di produzione a causa della siccità, ma non dovrebbero influire sul mercato italiano, mentre alcune ripercussioni le porteranno a livello europeo. Per quanto riguarda la qualità dei pochi campioni disponibili sul mercato, possiamo già dire che è buona».