PADOVA – Anno dopo anno la cooperativa di bieticoltori Coprob non smette di stupire. Questo perché c’è sempre qualche novità, non semplicemente annunciata, ma realizzata in campo. “Una trasferta agli stabilimenti di Pontelongo (Padova) o di Minerbio (Bologna) è sempre una scoperta”, spiega Francesco La Gamba, direttore di contoterzisti Apiumai di Padova.
“Il paesaggio non muta con rimorchi, trattori e camion ordinatamente in attesa del loro turno di scarico, montagne di bietole e nastri trasportatori. A mutare sono gli occhi di chi lavora per Coprob, c’è sempre una freccia in più nella faretra della cooperativa per rilanciare con determinazione la voglia di coltivare bietola anche quando la concorrenza di altre colture diventa inaspettatamente spiazzante, come è capitato quest’anno con mais e soia, i cui prezzi sono schizzati alle stelle (ma durerà?)”.
Le frecce sono le nuove genetiche più resistenti alla cercospora, l’agro meccanica, le semine autunnali per far fronte in alcune aree al cambiamento climatico, l’aumento delle superfici coltivate con metodo biologico, un programma di digitalizzazione delle aziende socie e un progetto “quanti qualitativo” per dare una mano alle aziende agricole che hanno prodotto meno. I dati della campagna 2021 non sono, infatti, omogenei ovunque. Per quanto riguarda le bietole biologiche, circa 800 ha veneti, possiamo dire che il 2021 è stato un buon anno e il primo anno che sono state lavorate nella storia di Pontelongo, le rese medie hanno portato una resa ettaro di 6 ton di saccarosio, ottenute da 37 ton/ha con polarizzazioni di 16,2. Per quanto riguarda le bietole convenzionali, giunti al 70% della raccolta, la polarizzazione media è ottima con una media di 15,6 gradi brix e punte di 16,5. La produzione media nell’area veneta è 61 tonnellate di bietola ad ettaro che si traducono in 9,5 tonnellate di saccarosio. “Siamo sulla buona strada per raggiungere il 30% fissato dalla strategia farm to fork per il 2030”, aggiunge Marco Baroncelli, il Responsabile dell’area agricola di Pontelongo.
“La mission dell’area ricerca e sviluppo di Coprob è dare soluzioni alle aziende che hanno prodotto poco, dobbiamo essere più bravi nel comunicare che bisogna ridurre il più possibile il calpestamento del terreno in fase di preparazione, che è importante fare un corretto piano di concimazione e dedicare maggiore attenzione alla carenza di sostanza organica e fosforo”, spiega il direttore agronomico Massimiliano Cenacchi. “In luglio, quindi, siamo partiti con il campionamento dei terreni su cui verranno seminate le bietole nel 2022, per poi fornire ai soci piani di concimazione mirati. Uno sforzo enorme per il laboratorio di Minerbio”.
La digitalizzazione passa invece dalla piattaforma Agronica, dove i soci Coprob possono compilare il quaderno di campagna, archiviare documenti e disporranno di uno strumento di supporto decisionale per identificare il momento ottimale per irrigare o trattare: “Trecento soci stanno facendo o faranno un corso per imparare a usare la piattaforma e diventare in tutto e per tutto digitali”.
Le semine autunnali, testate nel nostro territorio da tre anni, sono previste in ottobre: “Con la semina autunnale, la pianta beneficia delle piogge invernali e in primavera può avere sicuramente meno problemi in caso di siccità. Le varietà devono però essere a elevata tolleranza alla prefioritura e devono distare dalle aree di produzione seme bietole. L’obiettivo è anticipare le aperture di fabbrica in modo da evitare raccolte tardive di ottobre. Quest’anno puntiamo ad avere 700-800 ettari di semina autunnale, tra bio e convenzionale.
Confermata è la centralità dell’agromeccanica, rappresentata dai contoterzisti Apiumai di Padova. Il comprensorio si è dotato di sei semoventi e due sterratori nuovi, inoltre, grazie alle agevolazioni fiscali agricoltura 4.0 e il bonus di 40 euro all’anno per tre anni messo in campo da Coprob per l’acquisto, in particolare, di cavabietole, diversi contoterzisti padovani hanno arricchito il parco macchine. “Ora con l’intento di sviluppare le semine autunnali, sarà necessario dotarsi di barre sfalcianti per togliere il fiore delle bietole in giugno”, illustra il direttore La Gamba.
Infine le novità varietali tolleranti al cercostress permettono di dare maggiori soluzioni quando le condizioni climatiche rischiano di rovinare tutto, come quest’anno. La cercospora è stata sicuramente meno virulenta, ma grazie alle varietà con maggiore tolleranza, la polarizzazione sta tenendo e il tutto sta portando a una minore retrogradazione. Queste genetiche sono sicuramente una ottima notizia, anche in vista delle uscite di molecole per la difesa, in quanto, prosegue ancora Massimiliano Cenacchi, la sostenibilità economica per l’agricoltore è alla base di quella ambientale e sociale: “Prima deve esserci il reddito per il bieticoltore. Per continuare a farlo dobbiamo puntare sempre sul concetto di multi filiera, sugli avvicendamenti colturali, sull’aumento progressivo delle superfici, che vorremmo portare a 32mila ettari , sulla professionalità dei contoterzisti e, soprattutto, sulla valorizzazione della barbabietola italiana, sia dal punto di vista economico, come fanno molto bene negli Stati Uniti e in Russia, e non si riesce a fare in Europa, a causa della politica di deprezzamento di Francia e Germania; sia dal punto di vista ambientale. Pensi che un ettaro di barbabietola da zucchero assorbe Co2 come un ettaro di bosco!”.
LEGGI ANCHE