VERONA – L’estate 2021 è stata tra le più calde di ogni tempo, con le temperature da giugno ad agosto quasi di un grado Celsius al di sopra della media 1991-2020. A dirlo è Copernicus, osservatorio dell’Ue che fornisce dati aggiornati sui cambiamenti climatici, che consentono a istituzioni e imprese di mettere a punto strategie adeguate per mitigarne gli effetti.
Anche l’agricoltura dovrà adattarsi a un contesto globale in cambiamento e proprio questo sarà il tema del convegno “Cambiamenti climatici e frutticoltura: subirne le conseguenze o gestirle?”, promosso da Confagricoltura Verona in collaborazione con Crédit Agricole, che si svolgerà venerdì 8 ottobre alle 17.15 nella sala convegni di Veronamercato a Verona (via Sommacampagna 63 d/e).
Il convegno sarà aperto da Alberto De Togni, presidente di Confagricoltura Verona, e Davide Leonardi, vicedirettore regionale di Crédit Agricole. Quindi la parola passerà agli esperti, in primis a Raffaele Giaffreda, ricercatore della Fondazione Bruno Kessler, ente di ricerca al top in Italia con oltre 400 ricercatori e 11 centri dedicati alle tecnologie e all’innovazione, che si occupa tra l’altro di soluzioni tech per consumare meno acqua in agricoltura a fronte di fenomeni siccitosi e conseguente carenza idrica. Seguiranno l’intervento di Stefano Ballerini, manager di Netafim, azienda leader nell’irrigazione di precisione; Lucio Fedrigo, direttore di Gestifondo Impresa, gestore di fondi mutualistici agevolati che affianca gli agricoltori nella gestione dei rischi; e Stefano Vaccari, direttore del Crea, Consiglio per la ricerca e l’economia in agricoltura, principale ente italiano di ricerca sull’agroalimentare. Moderatore sarà Antonio Boschetti, direttore dell’Informatore Agrario. Le conclusioni saranno affidate a Marco Andreoli, presidente della Terza commissione della Regione Veneto (politiche economiche, energia, agricoltura, caccia, pesca e foreste) e al senatore Francesco Battistoni, sottosegretario del ministero delle Politiche agricole, alimentari e forestali.
“I cambiamenti climatici, con frutta e orticole falcidiate da eventi sempre più violenti e imprevedibili, stanno mettendo a dura prova l’agricoltura veronese, che anche quest’anno ha pagato un prezzo altissimo con intere colture decimate da grandine e tempeste, oltre che da gelate tardive e lunghi periodi di siccità – sottolinea Alberto De Togni, presidente di Confagricoltura Verona -. Gli studi più recenti ci indicano che il clima sta cambiando radicalmente e che l’agricoltura è l’attività che sta pagando il prezzo più alto con 14 miliardi di euro di danni in Italia nell’ultimo decennio. Non possiamo stare a guardare, ma dobbiamo puntare su strumenti innovativi come app, big data, sensori, immagini satellitari e droni, che potranno rendere le coltivazioni italiane più adatte al clima che cambia. L’agricoltura del futuro dovrà passare anche attraverso una gestione più oculata delle risorse idriche e il risparmio energetico, formando una nuova generazione di imprenditori che sia in grado di gestire e maneggiare i nuovi strumenti di precisione”.