STRASBURGO – “Un’agricoltura sostenibile, sul piano ambientale, economico e sociale, non è praticabile senza innovazione. E per cogliere al massimo le opportunità che derivano dal progresso scientifico, la chiave è quella della comunicazione. Occorre infatti una nuova narrativa per trasferire a tutti noi consumatori una visione diversa, spiegando come strumenti quali le nuove biotecnologie sostenibili o l’agricoltura di precisione, possano essere il fulcro di una vera e propria rivoluzione che ci consentirà di coniugare la produttività, nel rispetto dell’ambiente e delle nostre tradizioni”.
Così Paolo De Castro, coordinatore del Gruppo S&D alla commissione Agricoltura del Parlamento europeo, nel suo intervento in Plenaria a Strasburgo alla Task force su ‘Sostenibilità in agricoltura e innovazione’ di Re-imagine Europa, alla presenza della Premio Nobel 2020 per la Chimica, Jennifer Doudna.
“Non esiste antitesi come si tende a raccontare tra innovazione e tradizione – ha spiegato De Castro – Anzi, la prima può aiutarci a preservare la diversità agricola: la stessa di cui proprio i consumatori sono tanto preoccupati. L’esempio della viticoltura è perfetto: grazie alle nuove tecnologie di miglioramento varietale, le Tea, potremo rendere resistenti decine, se non centinaia di varietà di uve altrimenti destinate a sparire dal mercato, e continuare a produrre i vini eccellenti e particolari, di cui i nostri produttori vanno giustamente fieri. Ma per fare questo dobbiamo dimostrare, dati alla mano, i benefici dell’innovazione, perché il problema principale dei consumatori è quello non tanto di sovrastimare i rischi, ma di sottostimare i benefici delle nuove tecnologie; vantaggi che sono ben presenti ad esempio in campo medico, ma quasi sconosciuti in agricoltura”.
“Se con il Green Deal l’Unione ha indicato come obiettivo la neutralità climatica entro il 2050 – ha concluso De Castro – occorre ora trovare strumenti adeguati a raggiungere tale ambizione, a partire dalle straordinarie opportunità che ci sta dando oggi la scienza e che non possiamo più permetterci di lasciar scappare”.