ROMA – I casi di caporalato scoperti dalle forze dell’ordine negli ultimi giorni dimostrano che la battaglia per garantire i diritti dei lavoratori agricoli non è ancora vinta e richiede uno sforzo costante – dichiara Andrea Michele Tiso, presidente nazionale Confeuro.
L’ultimo episodio che ha coinvolto un colosso dell’ortofrutta in Lombardia, oltre a vari consorzi e cooperative, ha fatto suonare di nuovo l’allarme sullo sfruttamento dei braccianti. In attesa di conoscere gli esiti delle indagini, il caso lombardo e altri episodi analoghi accaduti nelle ultime settimane non possono non destare preoccupazione.
Non si può pensare a un Green Deal che non preveda tra i suoi assi portanti anche l’affermazione della legalità lungo tutta la filiera agroalimentare – continua Tiso. La sostenibilità va intesa nel suo senso più ampio, non limitandosi alla questione ambientale ma includendo anche le condizioni di lavoro nei campi. I braccianti agricoli, spesso privi di rappresentanza e di qualsiasi potere contrattuale, sono i più esposti allo sfruttamento da parte di datori di lavoro senza scrupoli. La nuova agricoltura deve coltivare non solo cibo sano, ma anche i diritti di quanti prestano ogni giorno la loro opera in questo settore.
Con l’affermazione del principio della condizionalità sociale, la nuova Pac ha introdotto un’importante novità per la tutela dei lavoratori. Per tradurre in realtà le nuove garanzie, è ora necessario che Governo e parti sociali lavorino a un protocollo nazionale che leghi i finanziamenti europei al rispetto dei contratti e dei diritti dei lavoratori.
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