Nuovo contributo a fondo perduto ‘perequativo’. Penalizzate le imprese agricole

FIRENZE – Non parte bene per le imprese agricole, quello che dovrebbe essere l’ultimo contributo a fondo perduto disposto dal Governo per aiutare le attività penalizzate dall’emergenza sanitaria Covid 19.

Il contributo è stato previsto con il Decreto Sostegni bis e recentemente l’Agenzia delle entrate è intervenuta per fornire le prime indicazioni operative, in attesa che il Ministero dell’Economia emani le modalità di determinazione dello stesso contributo.

Il Decreto Sostegni bis riconosce un contributo a fondo perduto in favore di imprese e professionisti che nel 2019 hanno conseguito ricavi o compensi non superiore a 10 milioni euro, a condizione che nel 2020 abbiano registrato una diminuzione del reddito rispetto al 2019, in misura almeno pari alla percentuale che sarà definita da uno specifico decreto ministeriale.

L’importo del contributo sarà al netto di tutti i contributi a fondo perduto percepiti. Sono interessate anche le imprese agricole, a condizione che abbiano la partita IVA attiva
al 26 maggio 2021. Gli interessati devono aver presentato entro lo scorso 30 settembre, la dichiarazione dei redditi percepiti nel 2020. I chiarimenti forniti dall’Agenzia delle entrate lasciano intravedere grandi problemi per le imprese agricole titolari di reddito agrario.

A parere dell’Agenzia infatti, le imprese agricole potranno beneficiare del contributo in commento solo se nel 2020 hanno avuto una riduzione del reddito agrario, che come è noto, è il reddito catastale rivalutato, rispetto a quello dichiarato ai fini Irpef per il 2019. È evidente che se quanto appena sopra esposto rimanesse tale, ben poche imprese agricole potrebbero percepirlo.

La diminuzione del reddito catastale del 2020 rispetto al 2019, infatti, potrebbe essersi verificata solo se hanno ceduto parte dei terreni, hanno rinunciato o sono scaduti i termini per la conduzione di una parte dei contratti di affitto agrario, oppure hanno effettuato delle variazioni colturali che hanno comportato una riduzione del reddito agrario.

La Confederazione ha già presentato alcune motivate osservazioni in merito, chiedendo che per le imprese agricole che dichiarano il reddito in base alle risultanze catastali, la diminuzione della redditività 2020 rispetto al 2019, sia determinata non in base al reddito agrario dichiarato ai fini Irpef ma in base al fatturato.

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