MONTEPULCIANO (SI) – Nata da un progetto lungimirante dell’imprenditore Michele Manelli, la cantina che produce Vino Nobile di Montepulciano è diventata non solo in Italia un modello studiato, oltre che apprezzato e il percorso non finisce qui.
Sono stati risparmiati 1,1 milioni di kWh ed oltre 2,3 milioni di kg di emissioni di CO2eq evitate, l’equivalente di una piantumazione ex novo di circa 3.300 alberi durante il loro ciclo di vita. Tutto questo in dieci anni, da quando cioè Michele Manelli ha “acceso” la sua nuova cantina a Montepulciano, patria del Vino Nobile, nella sua azienda vitivinicola Salcheto, la prima in Italia ad avere intrapreso questa strada che guarda alla sostenibilità a 360 gradi. «La mia gioia per questi traguardi la condivido con tutti i lavoratori ed i collaboratori che hanno reso possibile quest’avventura partita oltre dieci anni fa perché il lavoro di ideazione e progettazione è stato lunghissimo – spiega Manelli, tra l’altro vicepresidente di Equalitas – abbiamo centrato gli obiettivi dell’allora Agenda 2020 e non era scontato, ora ricominciamo a guardare avanti ai prossimi traguardi perché questo lo consideriamo solo l’inizio del percorso.
Così Salcheto ha raggiunto i suoi obiettivi
La visionaria idea di realizzare una cantina energicamente autonoma, parte dall’efficientamento e quindi dal risparmio, per poi ricercare all’interno della fattoria le fonti di produzione di rinnovabili: le soluzioni spaziano dai lucernari solari per illuminare tutti gli spazi di lavoro, giardini verticali, irrigazioni adiabatiche del tetto-piazzale e ventilazioni naturali notturne a climatizzare la cantina d’estate, vinificazioni che sfruttano l’energia prodotta dalla fermentazione stessa per movimentare mosto e vinacce, produzione di energia da tutti gli scarti di potatura e dallo scambio geotermico a bassa entalpia sotto i vigneti, fino ad una produzione di energia elettrica da fotovoltaico. Uno dei passaggi più significativi tuttavia è rappresentato dalla trasformazione del packaging, dal 2013 basato su di una bottiglia ultraleggera e prodotta localmente che ha contribuito agli ottimi risultati di impronta carbonica. Ed è ancora sul packaging che l’azienda intende migliorarsi, con l’innovativo Bag in Box lanciato in pieno lockdown e che ambisce addirittura ad essere carbon negative.
Carbon foot print: Salcheto l’azienda pioniera in Europa
L’azienda Salcheto è stata la prima in Europa a contabilizzare tutte le emissioni di gas serra dovute alla produzione, l’imbottigliamento e la commercializzazione di una bottiglia di vino. Oggi la Carbon Footprint è certificata ISO 14067 su alcuni prodotti e l’incidenza più alta è attribuibile alle attività legate alla campagna dopo aver intrapreso significativi miglioramenti anche sul packaging, oltre che in cantina. Oltre ad essersi infatti certificata FSC e PEFC per l’uso di soli materiali legnosi sostenibili, adotta una bottiglia in vetro ultraleggera e ha avviato un piano di conversione di parte dei propri prodotti nel Bag in Box. «Oltre alla salvaguardia dell’ambiente, i temi sociali e del lavoro sono per noi fondamentali. Abbiamo messo a disposizione di tutti i lavoratori un Piano Welfare sulla base delle esigenze indagate presso la popolazione aziendale, con budget interamente finanziato dall’azienda stessa. Il nostro impegno guarda in tutte le direzioni, dall’organizzazione fino ai rapporti con le comunità locali e globali, un modello che ci siamo prefissati per statuto come Società Benefit». – continua Manelli. Da anni, infatti, l’azienda ha contribuito alla crescita della propria comunità locale attraverso una serie di donazioni finanziarie, di prodotti e partecipazioni dirette ad attività associative ma partecipa anche pro-bono a reti e progetti di ricerca e sviluppo di carattere internazionale.
Dieci anni di risparmio energetico, ma anche di progetti, studi e laboratorio per tutti
Dal 2010 al 2020 per ogni bottiglia di vino da 0,75 l, Salcheto ha ridotto del 40% i kg di CO2eq emessi e mette anche a disposizione di tutti gli appassionati di vino un calcolatore in grado di stimarli fino al luogo di consumo in ogni angolo del mondo. Numeri che assumono un valore ancora più significativo se rapportati, come modello, ai 7 miliardi di bottiglie della filiera nazionale del vino: sarebbe come avere oltre 5 milioni di alberi all’anno in più al lavoro per contrastare i cambiamenti climatici. Gli indicatori ambientali di biodiversità che l’azienda monitora, conformi allo standard Equalitas indicano poi la sua capacità di essere un volano per la vita nell’aria, nel suolo e nell’acqua che di fatto gestisce nei propri campi. Ed i dati sono più che incoraggianti, con una ricchezza di biodiversità fino a quattro volte superiore ai migliori benchmark ed in grado di dimostrare che si può fare agricoltura specializzata senza compromessi con l’ambiente.
La cantina Salcheto conduce 58 ettari di vigneti, tra Montepulciano e Chiusi, in provincia di Siena, e produce annualmente circa 400 mila bottiglie. L’azienda coltiva secondo il metodo biologico certificato EU e produce principalmente Vino Nobile da Sangiovese di altissima qualità, oltre ad essere un pioniere nella vinificazione in solo uva e quindi senza alcuna aggiunta, nemmeno di solfiti. Realizza un Bilancio di Sostenibilità annuale seguendo lo standard Equalitas, che affronta la sostenibilità secondo i tre pilastri sociale, ambientale ed economico, report verificato da parte terza e pubblicato annualmente nel rispetto delle regole che l’azienda stessa si è data per statuto quale Società Benefit.