MILANO – “Con la pandemia i consumatori hanno mostrato di cercare, e di volere sempre di più, prodotti di qualità e Made in Italy. Il nostro obiettivo è avere filiere sempre più certificate e anche interlocutori qualificati, per questo bisogna investire nella formazione”.
Lo ha evidenziato il sottosegretario Gian Marco Centinaio, partecipando all’incontro organizzato dalla Federazione italiana cuochi su “Filiere sempre più corte fra agroalimentare del territorio e cucina nella ristorazione post Covid” nell’ambito di Host Milano.
“Il nostro agroalimentare è il più cercato e copiato nel mondo, l’Italian sounding ha un giro d’affari stimato in 100 miliardi l’anno. Purtroppo le istituzioni europee non ci stanno tutelando abbastanza. Non solo per la vicenda Prosek, c’è anche quella che riguarda l’aceto balsamico – ha ricordato il sottosegretario -. Non è solo un discorso tecnico, ma anche politico e diplomatico. Dal premier ai ministri e sottosegretari fino ai sindaci dobbiamo tutti difendere il nostro agroalimentare che è unico e legato ai territori. L’autorevolezza di Draghi ci permette di andare in Europa più forti rispetto al passato e a testa alta. La politica deve farsi carico anche di valorizzare il settore della formazione e dobbiamo migliorare il reddito di cittadinanza, perché come è adesso non aiuta la ristorazione, ma neanche l’agricoltura e il turismo. Agroalimentare e turismo sono invece il nostro valore aggiunto, due settori che producono reddito, fondamentali per la ripartenza e per rilanciare l’immagine del nostro paese nel mondo”.