FOGGIA – Più ombre che luci hanno caratterizzato la campagna del pomodoro da industria nel 2021.
Un quadro definitivo sulla stagione dell’oro rosso potrà essere delineato venerdì 29 ottobre, quando l’Organizzazione Interprofessionale si riunirà ad Angri, ma un primo bilancio è stato tracciato dall’ultima riunione del GIE, il Gruppo d’Interesse Economico sul pomodoro da industria di CIA Agricoltori Italiani Puglia nella sede provinciale di CIA Capitanata.
“La riunione con i produttori”, ha spiegato Michele Ferrandino, presidente provinciale di CIA Capitanata, “è servita a fare il punto su criticità e prospettive di questo particolare e importantissimo segmento del comparto primario in provincia di Foggia. Accanto ad alcuni elementi positivi, come il rispetto dell’accordo sui prezzi e il lieve incremento delle superfici coltivate pari a oltre 17mila ettari nella Daunia con un aumento di circa il 7-8%, sono stati rilevati molti punti di criticità”.
La resa quantitativa, nel Foggiano, si è distribuita a macchia di leopardo: dove gli effetti di gelate, alluvioni e siccità hanno colpito in maniera meno dura, i produttori sono riusciti a ottenere anche 1000-1100 quintali per ettaro. Diversa e più penalizzante la situazione nei territori che hanno subito maggiormente le conseguenze degli eventi climatici estremi, con rese che non sono andate oltre i 700-800 quintali per ettaro. Un fattore, quello del clima, che ha inciso pesantemente sulla redditività di tante aziende agricole. Un altro elemento di criticità, sul quale CIA Agricoltori Italiani della Puglia sta mettendo in campo in questi mesi una diffusa campagna di informazione e denuncia, è rappresentato dal forte aumento dei costi di produzione dovuti all’incremento dei prezzi delle materie prime, del gasolio e più in generale della bolletta energetica. “Al rialzo dei costi di produzione – ha fatto rilevare il report del GIE – si è aggiunta la grande difficoltà di reperire personale per il trasporto su Tir e il conseguente aumento dei costi per i trasporti”.
Per il Foggiano, inoltre, il Gruppo di Interesse Economico sul pomodoro da industria ha messo in evidenza la necessità delle Organizzazioni di Produttori di aderire all’Organizzazione Interprofessionale di settore, un organismo che si è rivelato utile strumento e piattaforma di confronto sia sui problemi più immediati di questo peculiare segmento produttivo sia per l’elaborazione di strategie di sviluppo sulle quali trovare una convergenza e un migliore equilibrio tra parte industriale e produttori.
“Il GIE”, ha aggiunto Ferrandino, “ha ribadito la necessità di programmare sin d’ora la prossima campagna del pomodoro, in modo da raggiungere per tempo un accordo equo, lungimirante, su tutte le questioni da cui dipende il buon andamento della filiera e una piena soddisfazione delle parti. Per migliorare i risultati della filiera, occorre che le necessità dei produttori trovino risposte e soluzioni avanzate”. In tutta la Puglia, con la provincia di Foggia a farla da padrona, lo scorso anno furono coltivati a pomodoro 17.170 ettari, per una produzione totale raccolta pari a 14.782.950 quintali. Da sola, la nostra regione rappresenta oltre il 50% della superficie coltivata a pomodoro in tutto il Sud e circa il 70% del raccolto di tutto il Mezzogiorno. In provincia di Foggia, zona di massima produzione in Italia, la situazione è diversificata rispetto alle rese: si va dagli 800 ai 1200 quintali raccolti per ogni ettaro.
“I pomodori pugliesi hanno specificità qualitative che li rendono unici per proprietà nutritive e richiesta sul mercato, di qui la necessità di garantire agli agricoltori – attraverso una migliore riconoscibilità e una certificazione di qualità – una redditività all’altezza del loro impegno e del loro prodotto. Ribadiamo, inoltre, la proposta di lavorare tutti insieme per un accordo di programma e un contratto di filiera che valorizzino la produzione, il territorio e la redditività dei produttori di pomodoro della Capitanata”.