ROMA – Il Nutriscore sembra non convincere più, pienamente, neanche la Francia, il Paese che l’ha ideato, adottato e sostenuto fino a questo momento.
Dopo la richiesta di deroga avanzata l’11 ottobre scorso dai produttori del formaggio a denominazione di origine Roquefort e dal gruppo Lactalis che ne controlla il 70% della produzione, infatti, arriva anche il ripensamento ufficiale da parte del Ministro francese dell’agricoltura.
Come sottolinea Confagricoltura, secondo il ministro Julien Denormandie sarebbe necessaria una revisione della metodologia su cui si basa il sistema, perché determina “classificazioni che non sono necessariamente conformi alle abitudini alimentari”. Una revisione che sarebbe da apportare, secondo lo stesso Denormandie, prima dell’entrata in vigore del sistema a livello europeo, perché diversamente potrebbe essere penalizzata la competitività dei prodotti francesi. Le parole del Ministro francese hanno fatto eco alle contestazioni dei produttori di formaggi francesi, che hanno accusato il Nutriscore di avere un ingiustificato ‘impatto punitivo’, in quanto si basa su un algoritmo che non tiene conto delle quantità che vengono generalmente consumate.
Intanto in Italia, per la prima volta, anche il capo del Governo ha espresso parole di preoccupazione sul sistema di etichettatura, la cui adozione in tutti Paesi comunitari è prevista entro la fine del 2022, in linea a quanto previsto dalla Strategia Farm to Fork.
“Il governo è totalmente consapevole della gravità che l’introduzione del Nutriscore può costituire per la nostra filiera produttiva agroalimentare e pienamente impegnato nella sua tutela” – ha dichiarato il 20 ottobre scorso il Presidente del Consiglio, Mario Draghi, intervenendo in replica alla Camera nella discussione generale sulle sue comunicazioni in vista del Vertice Ue.
La posizione di forte contrarietà al sistema di etichettatura a semaforo da parte dell’Italia è stata ribadita ancora una volta anche dal Ministro Patuanelli, che, in occasione della visita del suo omologo greco il 25 ottobre scorso, ha dichiarato: “il Governo si impegna in ogni sede per ottenere una chiara revisione della metodologia su cui si basa il sistema Nutriscore, verso un sistema completo e oggettivo, come quello proposto dall’Italia: la Batteria NutrInform”.
“Condiziona e non informa” è stato poi il commento dell’eurodeputato PD Paolo De Castro a TG2 Post. “L’Italia non è sola in questa battaglia. Abbiamo messo insieme 6-7 paesi critici sul nutriscore e questa alleanza cresce costantemente come dimostrano le parole del Ministro spagnolo e ancor più di recente con quelle dell’omologo francese.”
Cosa è il Nutri-score
Nel maggio 2020, la Commissione europea ha annunciato, come parte integrante della strategia Farm to Fork, l’adozione entro la fine del 2022 di un’etichettatura fronte-pacco armonizzata e obbligatoria per aiutare i consumatori a fare scelte alimentari salutari. Viene quindi proposto il sistema di etichettatura a semaforo chiamato Nutri-score
Sviluppato da un gruppo di ricercatori universitari francesi denominato EREN (Equipe de Recherche en Epidémiologie Nutritionnelle) il Sistema Nutri-Score si basa sulle tabelle nutrizionali della Food Standards Agency del Regno Unito, da cui le etichette a “traffic lights” adottate, su base volontaria, in Gran Bretagna sin dal 2014.
In pratica il Nutri-Score è pensato per semplificare l’identificazione dei valori nutrizionali di un prodotto alimentare attraverso l’utilizzo di due scale correlate: una cromatica divisa in 5 gradazioni dal verde al rosso, ed una alfabetica comprendente le cinque lettere dalla A alla E.
Attraverso l’uso dei colori rossi, giallo e verde persegue l’intento di mettere in guardia il consumatore sulla quantità di grassi, zucchero e sale in un determinato prodotto e allo tempo di incoraggiare i produttori a migliorare la qualità nutrizionale dei loro prodotti attraverso riformulazioni che possano ottenere uno score migliore.
l Nutri-Score è già stato adottato da diversi Paesi europei: Francia, Belgio, Germania, Spagna, Lussemburgo, Paesi Bassi.
Cosa è il Nutrinform battery
Il Nutrinform battery è il sistema di etichettatura nutrizionale che il nostro paese ha proposto alla Commissione Europea come alternativa al Nutri-Score. L’etichetta del Nutrinform battery, rappresentata con un simbolo grafico di una batteria, ha l’obiettivo di fornire ai consumatori informazioni chiare e immediate sulle caratteristiche nutrizionali del prodotto, in modo da favorire scelte alimentari consapevoli. Il Nutrinform battery contiene infatti l’indicazione quantitativa del contenuto di energia, grassi, grassi saturi, zuccheri e sale per singola porzione, in rapporto al fabbisogno giornaliero raccomandato al consumatore.
L’etichetta a semaforo è fortemente contestata dall’Italia perché penalizza le migliori eccellenze del made in Italy come i formaggi, i prosciutti, i salumi, vini e addirittura gli oli extravergine di oliva, considerati dai nutrizionisti come grassi buoni amici della salute. Il paradosso è di promuovere cibi spazzatura con edulcoranti al posto dello zucchero e di sfavorire elisir di lunga vita come l’olio extravergine di oliva – ha più volte sottolineato Ettore Prandini Presidente della Coldiretti – ma anche specialità come il Grana Padano, il Parmigiano Reggiano e il prosciutto di Parma le cui semplici ricette non possono essere certo modificate.
Alleati dell’Italia in questa battaglia contro il Nutri-score ci sono la Repubblica Ceca, Cipro, Grecia, Ungheria, Lettonia e Romania, e recentemente anche la Spagna.
GUARDA IL VIDEO Ecco perché il Nutriscore è una truffa per il Made in Italy e la dieta mediterranea. Un video del Mipaaf lo spiega in modo chiaro ed efficace