ROMA – In Europa il gas ha raggiunto aumenti nell’ordine del 300%, la curva dei costi energetici è un proiettile che piomba sui costi di produzione, del carburante, delle sementi e dei fertilizzanti necessari per avviare la stagione agraria con le prime lavorazioni agromeccaniche.
“Con il gasolio a +50%, il nitrato di ammonio a +30%, l’urea a +40% (quando si trova in commercio), operazioni colturali come estirpatura, rullatura, semina e concimazione sono diventate insostenibili per le aziende agricole”, commenta il presidente dell’Unione Contoterzisti Aproniano Tassinari.
“Ci sono record di cui faremmo volentieri a meno, specialmente quelli che stanno alimentando l’impennata dei prezzi del cibo e l’inflazione. Alcuni agricoltori hanno rivisto le concimazioni autunnali, ma fare a meno del tutto dei fertilizzanti è impossibile. Si fa ricorso, per quanto possibile, al letame e ai liquami aziendali per chi fa zootecnia. Sono in difficoltà anche gli agromeccanici che hanno il compito, in una filiera coesa e collaborativa, di rinnovare il parco macchine ed eseguire una periodica manutenzione. Ma sono aumentati anche i costi dei mezzi agricoli e dei ricambi per i quali si stanno verificando anche preoccupanti ritardi nelle consegne”.
I tariffari delle lavorazioni agromeccaniche sono pressoché fermi da diversi anni. Nella situazione attuale i contoterzisti lottano contro i rincari, contenendo i costi, consapevoli che ogni aumento peserebbe sulle aziende agricole e avrebbe delle ricadute sui consumi. “La sommatoria di pandemia, calo delle produzioni, carenza di materie prime e speculazione non può essere gestita dalle singole aziende agricole o agromeccaniche, neppure all’interno di un nuovo accordo di ripartizione del valore nella filiera agroalimentare che coinvolga anche distribuzione e industria”, aggiunge il Presidente di Uncai. “Le tensioni di mercato si risolvono con l’aumento delle produzioni agricole al fine di raggiungere quella autosufficienza alimentare europea auspicata da Bruxelles un anno fa, al culmine dell’emergenza coronavirus”.
La ricetta per Uncai passa da un’accresciuta sensibilità ambientale supportata dall’innovazione genetica e agromeccanica e da un uso scientifico delle risorse, dall’acqua alle bioenergie, al sole, senza lasciar fuori nulla. “Le risorse in arrivo dell’Europa devono essere utilizzate coerentemente e completamente per l’autosufficienza alimentare e la sostenibilità economica del sistema agricolo, senza compromessi pseudoscientifici. Occorre ascoltare e seguire di più la scienza, le accademie, le università. C’è troppa politica nell’agricoltura e ancora pochi tecnici nei posti chiave per discutere della fattibilità di progetti e strategie”, conclude il presidente Tassinari.