Prati Stabili, dalla ricerca arriva la “paratoia intelligente” uno strumento utile per valorizzarli

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SANT’ILARIO D’ENZA – Arriva direttamente dai laboratori in campo e dalla sinergia tra lo staff tecnico agronomico del Canale Emiliano Romagnolo e da quello del CRPA un nuovo efficace strumento tecnico in grado di consentire una più oculata gestione della risorsa idrica a beneficio del territorio in epoca di mutamenti climatici.

Indispensabile per le colture di pregio e valore aggiunto per l’ecosistema dell’intero comprensorio CER e CRPA – grazie al progetto Pratismart (sostenuto dalla Regione Emilia Romagna dal GOI e dal Programma di Sviluppo Rurale) – hanno perseguito e raggiunto l’obiettivo dell’utilizzo virtuoso e razionale dell’acqua destinata alla pratica irrigua a scorrimento nell’areale emiliano dei prati stabili. Nei giorni scorsi è stata dapprima assemblata e successivamente posizionata direttamente in campo in un tratto di canalizzazione-modello sperimentale l’innovativa paratoia automatizzata per il governo dei flussi di risorsa che alimentano le aree produttive agricole nel Reggiano in località Sant’Ilario d’Enza.

La moderna e avanzata attrezzatura-prototipo, permette l’erogazione dell’acqua in modalità completamente automatizzata collegando all’operatore che esegue la funzione da remoto sia l’apertura che la chiusura, nonchè calibrando la variazione della geometria del manufatto stesso anche durante la singola irrigazione; tutto questo è ulteriormente collegato sia ad IrriFrame (il servizio irrigazione dei Consorzi di Bonifica ANBI) sia ad una rete di sensori opportunamente posizionata lungo il fronte di avanzamento dell’acqua.

“Lo scopo – ha commentato il presidente del CER Nicola Dalmonte – è quello di ridurre sensibilmente la quota di volume irriguo che può derivare dalle operazioni manuali e di confinare al contempo l’acqua nella frazione di terreno occupata dalle radici, in questo modo si contribuisce ad un processo di maggiore sostenibilità nello svolgimento della pratica di irrigazione su una coltura come quella dei prati stabili recentemente riconosciuta a livello comunitario anche per il suo alto valore in termini di biodiversità animale e vegetale che caratterizza l’agricoltura emiliana nel comprensorio di produzione del Parmigiano Reggiano”.

In Italia – secondo le più recenti stime della Fondazione Slow Food – i prati stabili sono diminuiti di circa il 25% e oggi più che mai la praticoltura che caratterizza il Nord del paese e soprattutto la parte Occidentale della nostra regione ha necessità di riconoscimento e tutela per poter esprimere al meglio tutto il suo “storico” e consolidato potenziale qualitativo per l’alimentazione delle bovine da latte (minor contenuto di grassi saturi e alto numero di Omega 3 nei formaggi prodotti col foraggio che ne deriva).

La fase di test del progetto Pratismart in campo proseguirà anche in questo scampolo di fine stagione per poi essere pienamente operativa dalla stagione irrigua 2022.

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