MONTALCINO – Dopo un anno di studi, ricerche e oltre 300 degustazioni, ha debuttato a Montalcino (Siena) il calice ufficiale del Consorzio del vino Brunello.
Realizzato da Italesse, storico marchio del settore, il progetto “Senses” del calice del Brunello ha coinvolto enologi e produttori impegnati, con il Consorzio e il primo Master of the Wine italiano, Gabriele Gorelli, a individuare forma e materiale di questo speciale calice. Il risultato, presentato in anteprima nella prima giornata di Benvenuto Brunello in corso fino al 29 novembre, “è un calice performante (T-made70) con coppa a fondo piatto e il corpo affusolato, in vetro cristallino soffiato in automatico in assenza di piombo che esalta le caratteristiche organolettiche del Brunello” fa sapere il Consorzio.
E come primo banco di prova è stato scelto proprio Benvenuto Brunello. Undici le giornate di degustazioni per stampa e operatori nazionali ed esteri, sommelier di ristoranti stellati e Master of The Wine, influencer, blogger ed enoappassionati per tenere a battesimo il Brunello 2017, il Brunello Riserva 2016 e il Rosso di Montalcino 2020 di 119 cantine.
Le presenze turistiche tornano a sorridere
Oltre 100mila presenze nei 4 mesi estivi e una ripresa rispetto al 2020 che sfiora il +60%. Il turismo a Montalcino (Siena) torna, dopo solo un anno, agli stessi livelli pre-covid. Lo rileva il Consorzio del vino Brunello di Montalcino con riferimento al periodo giugno-settembre da cui emerge una autentica riscoperta della campagna toscana montalcinese da parte degli italiani. I dati sono stai diffusi in occasione della prima giornata di Benvenuto Brunello, la manifestazione, alla sua 30/a edizione, anteprima del vino di Montalcino, con 11 giornate di degustazioni.
“Oggi – ha spiegato il presidente del Consorzio Fabrizio Bindocci – siamo riusciti a farci riscoprire dai turisti italiani e dagli europei più vicini, quelli che spesso danno per scontate le ricchezze che abbiamo nei territori rurali italiani”. Meno statunitensi, inglesi, brasiliani, canadesi, australiani; più europei – tedeschi (+10%), belgi (+30%), olandesi (+30%) – e soprattutto più italiani. Cambiano i fattori ma non il prodotto: nel complesso, in un’area enoturistica storicamente dominata dagli habitué statunitensi (in media rappresentavano il 20% delle presenze), le presenze italiane sono cresciute di circa l’80% rispetto al 2019. A Montalcino, dove la densità è di 1 struttura ricettiva ogni 35 abitanti, la Lombardia ha triplicato le presenze (circa 14mila). Buone performance anche da Lazio (+31%), Emilia-Romagna (+75%), Piemonte (150%). In generale, rispetto al 2019, a una crescita di quasi l’80% degli italiani fa da contraltare la decrescita del 30% nel numero degli stranieri, sebbene nel confronto con l’estate 2020 l’incremento sia stato di oltre il 150%.