ROMA – “Il via libera alla candidatura Unesco è un segnale importante per il comparto che riconosce il ruolo sociale, oltre che economico e culturale del principe della tavola. La ricerca e la raccolta dei tartufi in Italia è una pratica complessa che mantiene un forte legame con la natura. Nel nostro paese non c’è solo l’eccellenza del bianco di Alba, sono tante le regioni e le aree caratterizzate da questo prodotto, dalle Marche all’Umbria dalla Calabria alla Lombardia”.
Così il sottosegretario alle Politiche agricole alimentari e forestali, il senatore Gian Marco Centinaio, commenta la decisione favorevole da parte del comitato mondiale di esperti Unesco alla candidatura della “Cava e cerca del tartufo” per l’iscrizione nella lista dei patrimoni dell’umanità.
“Sono molte le aree rurali italiane, quelle più nascoste e svantaggiate, che possono crescere e svilupparsi grazie a questa pepita della terra di cui la cucina italiana è ambasciatrice nel mondo. E riconoscere il patrimonio che deriva da questa tradizione le cui origini risalgono al primo secolo dopo Cristo, è un passo importante nell’individuare nei cavatori dei veri e propri custodi del territorio, del paesaggio e della storia. E ci ricorda come la terra sia un bene finito e per questo vada tutelata nel suo più nobile aspetto”, conclude Centinaio.