ROMA – «Divenuto operativo appena da febbraio scorso, il Pegno rotativo ha permesso di immettere oltre 30 milioni di euro di liquidità nel comparto vitivinicolo italiano senza alcun onere per le casse dello Stato. Ben 64 le operazioni telematiche registrate sul SIAN, il portale informatico del Ministero delle Politiche agricole, attuate per i vini a denominazione d’origine. La metà delle aziende beneficiarie appartiene alla regione Toscana, seguono poi il Trentino Alto Adige e la Lombardia».
«Le aziende possono lavorare il loro prodotto con tranquillità, senza l’assillo di risultare inadempienti»
Lo dichiara il deputato Giuseppe L’Abbate, esponente M5S in commissione Agricoltura, che avviò il ‘Progetto Credito’ quando ricopriva il ruolo di sottosegretario al Mipaaf. «Il Pegno rotativo – aggiunge – è stato introdotto con il Dl Cura Italia grazie a un emendamento fortemente voluto dal collega Alberto Manca. Si tratta di uno strumento tecnico che accontenta le banche in quanto si può ritenere il credito garantito ai fini delle regole di Basilea e, quindi, possono essere accordate delle condizioni migliori. Finora tra gli istituti di credito più attivi ci sono Monte dei Paschi di Siena e Credit Agricole. Chiaramente anche le imprese agricole traggono beneficio dal Pegno poiché possono lavorare il loro prodotto con tranquillità, senza l’assillo di risultare inadempienti».
«Le banche sono già pronte ad attivare le linee di credito anche sull’olio extravergine di oliva Dop e Igp, su cui il Pegno rotativo telematico è in fase di apertura mentre stiamo sperimentando l’applicabilità anche a prodotti non a denominazione, magari coinvolgendo Borsa Merci Telematica Italiana. Il tutto sempre senza contributi pubblici» conclude L’Abbate.