STRASBURGO – “La Politica agricola comune che oggi presentiamo ai cittadini europei e che accompagnerà i nostri agricoltori dal 2023 al 2027, è frutto di un negoziato durato tre anni, e rappresenta un equilibrio ambizioso tra i tre livelli di sostenibilità – economica, sociale e ambientale – del nostro sistema agricolo”.
Così Paolo De Castro, coordinatore del Gruppo S&D alla commissione Agricoltura del Parlamento europeo, al termine delle votazioni sulla riforma della Pac 2023-2027, approvata oggi in Plenaria a Strasburgo con oltre il 65% dei voti a favore del regolamento sui Piani strategici e il 70% a favore del regolamento Orizzontale e del regolamento sulla Organizzazione comune dei mercati. I testi verranno validati definitivamente dal Consiglio nei primi giorni di dicembre, per poi essere pubblicati sulla Gazzetta Ufficiale dell’Unione entro la fine del 2021.
“Senza la spinta del Parlamento, punti qualificanti di questo accordo non avrebbero mai visto la luce. A partire dal risultato storico sul fronte dei diritti dei lavoratori: per la prima volta, abbiamo inserito infatti un sistema di condizionalità che eviterà che fondi pubblici finiscano nelle tasche di chi non rispetta i diritti dei lavoratori, ponendo fine alla concorrenza sleale di quegli imprenditori che lucrano a discapito della tutela dei diritti dei lavoratori. Per questo – prosegue De Castro – voglio ringraziare la collega Pina Picierno e tutto il team negoziale del Gruppo S&D, che ha reso possibili questi risultati”.
“Vogliamo un’agricoltura ancora più forte e competitiva – sottolinea l’europarlamentare PD – capace di garantire la sicurezza alimentare dei nostri cittadini. Per questo, il sostegno al reddito rimarrà un elemento essenziale, accompagnato da misure rafforzate di gestione dei rischi, e da maggiori fondi per il supporto dei giovani agricoltori e per gli aiuti accoppiati ai prodotti in situazioni di mercato meno favorevoli, come pomodoro, barbabietole o riso. In più, coltivazioni emblematiche del Made in Italy, dall’ortofrutta, al vino, all’olivo di oliva, continueranno a essere supportate tramite interventi settoriali ad hoc. Senza dimenticare il sistema delle Indicazioni geografiche e dei consorzi di tutela, che potranno finalmente gestire l’offerta di prodotto e meglio rispondere alle fluttuazioni di mercato”.
“Questa riforma – sottolinea il coordinatore S&D – determinerà anche il contributo fondamentale della Pac e dei nostri agricoltori al raggiungimento degli obiettivi che l’Unione si è posta con il Green Deal, destinando almeno un quarto degli aiuti diretti agli eco-schemi e almeno il 35% dei fondi per lo Sviluppo rurale a misure ad alto valore ambientale. Ma per vincere le sfide ambientali e sociali che ci attendono, sarà necessaria quella conoscenza delle dinamiche territoriali che caratterizza le nostre amministrazioni regionali: proprio per questo abbiamo voluto salvaguardare il loro ruolo, rendendole protagoniste nella redazione dei Piani strategici nazionali”.
“Sono serviti anni di negoziato – conclude De Castro – ma ne è valsa la pena per una futura politica agricola forte e davvero comune, più equa e più sostenibile”.