FIRENZE – Ricevuto il “placet” dell’Unione europea, il Ministero per l’Sviluppo Economico si appresta a far pubblicare in Gazzetta Ufficiale il decreto che dovrebbe chiudere, l’epoca dei contributi a fondo perduto legati all’emergenza sanitaria Covid 19.
E’ quanto si auspica in relazione all’auspicato superamento dell’emergenza sanitaria. L’importo del contributo perequativo si baserà e verrà determinato in base a quanto risultante dalle dichiarazioni dei redditi Presentate entro lo scorso 30 settembre.
Sono interessati tutti i titolari di partita IVA con ricavi o compensi non superiori a 10milioni di euro nel 2019. Spetta a condizione che nel 2020 sia riscontrato un peggioramento dei ricavi/compensi rispetto al 2019, almeno pari al 30%.
Tutti da chiarire i contorni dell’intervento in commento per le imprese agricole. L’Agenzia delle entrate infatti, alcune settimane fa si è pronunciata riconducendo al reddito agrario il richiesto peggioramento al fine di beneficiare del contributo perequativo.
È fin troppo evidente che se l’impostazione rimanesse questa, il 99% delle imprese agricole
che non hanno anche attività di natura diversa, quali ad esempio, l’agriturismo, le
attività di servizi conto terzi, l’allevamento eccedentario, sarebbero di fatto
escluse. Il reddito agrario infatti, a meno di particolari situazioni (scadenza o recesso di
contratti di affitto agrario, cessione di parte di terreni agricoli, variazioni colturali con
diminuzione del reddito agrario, ecc.), è un reddito “stabile”, derivante dalle risultanze
catastali e non dai dati contabili dell’impresa.
Ovviamente la Confederazione ha immediatamente presentato puntuali osservazioni all’Agenzia, chiedendo di individuare la perdita di almeno il 30% sul fatturato 2020 rispetto al 2019, così come per altro fatto in occasione dei precedenti
contributi.
Trattandosi di un “contributo a saldo”, riteniamo più che ragionevole l’approccio sollecitato. Per calcolare il contributo spettante, è disposto un meccanismo a scaglioni, con una percentuale decrescente al crescere dei ricavi e dei compensi: 30% per ricavi e compensi fino a 100mila euro; 20% per ricavi e compensi compresi tra 100mila e 400mila euro; 15% per ricavi e compensi compresi tra 400mila ed 1milione di euro; 10% per ricavi e compensi
compresi tra 1milione e 5milioni di euro; 5% per ricavi e compensi compresi tra 5 e
10 milioni di euro.
L’importo del contributo, al netto di quanto già percepito nel corso
del 2020 e 2021 per il medesimo motivo, non potrà comunque superare i 150mila
euro. Termini e modalità di presentazione delle domande verranno resi noti nelle
prossime settimane.
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