MILANO – Un Tavolo di lavoro, di concerto con Regione Lombardia, Regione Veneto, Provincia Autonoma di Trento, Istituto Zooprofilattico sperimentale della Lombardia e dell’Emilia-Romagna e il Laboratorio nazionale di riferimento, per affrontare insieme, e con tempistiche certe e sostenibili, la questione dell’anguilla del bacino del Garda.
Lo ha chiesto l’assessore regionale lombardo all’Agricoltura, Alimentazione e Sistemi verdi, Fabio Rolfi, scrivendo al Ministero e a tutte le Istituzioni coinvolte.
“Gli esiti del Piano per il monitoraggio dello stato di contaminazione dei prodotti ittici del Lago di Garda – ha ricordato l’assessore Rolfi nella missiva al Ministero – hanno evidenziato la contaminazione delle anguille per presenza di PCB diossina-simile”.
Una situazione che, di fatto, con l’Ordinanza ministeriale del 17 maggio 2011, annualmente prorogata, dispone il divieto di immettere sul mercato o commercializzare al dettaglio le anguille provenienti dal Lago di Garda e destinate all’alimentazione umana.
“Nel 2016 – ha aggiunto l’assessore lombardo – la Direzione generale per l’igiene e la sicurezza degli alimenti del Ministero della Salute, affermava che la situazione del bacino del Garda non sarebbe migliorata prima di cinque anni, ovvero dal 2021. Anno nel quale si prevedeva una ripetizione dei campionamenti. Obiettivo era la verifica di variazioni apprezzabili dei livelli di contaminazione di diossine e PCB negli animali pescati”.
“Ho chiesto quindi al Ministero – ha concluso l’assessore Rolfi – di provvedere alla pianificazione del campionamento con urgenza e di farlo attraverso quel Tavolo di lavoro già richiesto in passato senza avere alcuna risposta. Un Tavolo che dovrà vedere la presenza e il concerto di tutti gli attori del territorio per cercare di superare una situazione, annosa, che penalizza i pescatori del bacino del Lago di Garda”.