Desenzano del Garda (BS) – L’Italia conta oltre 800 produzioni fra Dop, Doc e Igp, con 200mila imprese coinvolte e vale un quinto del Pil, con 10 miliardi di export agroalimentare all’anno. Nei provvedimenti in itinere e neppure nel PNRR, il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, viene dedicata ai prodotti certificati neppure una riga, sostiene Origin, l’associazione che ne riunisce il 95% e presieduta da Nicola Cesare Baldrighi, mentre l’analogo piano francese le cita 40 volte (LEGGI).
Ad una filiera che vale 17 miliardi di euro dunque non è stata destinata alcuna risorsa per le ripresa dopo la pandemia in nessun altro provvedimento. Una scelta che preoccupa il Consorzio Tutela Grana Padano, che con oltre 5,2 milioni di forme prodotte è l’eccellenza a denominazione d’origine protetta più consumata nel mondo.
“Trasecoliamo nel constatare come alle prese di posizione, ai pronunciamenti e agli impegni espressi nei discorsi e nelle interviste poi non seguano i fatti – commenta Stefano Berni, Direttore generale del Consorzio Tutela Grana Padano – Segnaliamo già da un po’ di tempo questi atteggiamenti parolai e devo dire che anche i produttori del Grana Padano sono delusi da queste distrazioni incoerenti rispetto ai pronunciamenti verbali. Credo che la politica non debba sottovalutare questo stato d’animo, perché se insieme i consorzi dei formaggi DOP affittassero uno stadio, ovviamente nel rispetto delle norme COVID, per un convegno aperto alle famiglie degli allevatori, l’impianto di San Siro non sarebbe sufficiente a contenerle”.
Il Consorzio Grana Padano esiste da oltre 60 anni, così come altri vantano un’esperienza di decenni. “Crediamo siano necessarie norme specifiche per realtà come la nostra, pur con tutte le regole di trasparenza sull’assegnazione delle risorse ai migliori progetti attraverso un bando – sottolinea Renato Zaghini, Presidente del Consorzio Grana Padano – In alternativa, si possono adottare misure specifiche a favore di singoli consorzi, sia per sviluppare la commercializzazione dei prodotti sia per favorire l’aumento della capacità di trasformazione delle materie prime”.
Sinora è stato previsto uno stanziamento di 50 milioni destinato ai “prodotti dell’agroalimentare italiano di qualità” in generale e quindi solo in parte a favore delle Dop. “Dopo il varo della manovra di Bilancio, forse si possono ancora cercare risorse nel Piano strategico nazionale – conclude il Presidente del Consorzio Grana Padano -, perché dovrà pianificare l’applicazione in Italia della nuova Pac fino al 2027”.