ROMA – “Al sistema delle DOP e IGP che conta 200 mila operatori con un fatturato di 17 miliardi di euro, serve un progetto di politica nazionale per sostenere il “progetto ripartenza” del cibo italiano di qualità”.
Ad evidenziarlo il Presidente di Origin Italia Cesare Baldrighi che sottolinea come “le indicazioni che emergono dalle recenti scelte politiche in materia agricola non sembrano andare in questa direzione ed aprono grandi preoccupazioni per il futuro della qualità italiana”.
Nell’attuale Legge di Bilancio mancano sia il riconoscimento del ruolo e sia le risorse economiche di sostegno ad un sistema che è capofila dell’export agroalimentare italiano di qualità con circa 10 miliardi di euro, pari al 20% dell’export agroalimentare che vale, nel complesso, 50 miliardi di euro. Stessa mancanza di attenzione nelle bozze del Piano Strategico Nazionale dove compare solo un intervento per la promozione dei prodotti di qualità. La stessa cosa si evidenzia nella mancanza di un coinvolgimento nel PNRR e nelle misure di accompagnamento.
Il settore dei prodotti DOP IGP, che è stato il pilastro che negli ultimi 20 anni ha traino per tutto l’agrifood italiano, oggi ha davanti sfide enormi da affrontare per stare al passo dei competitor stranieri. Con la pandemia in tutte le aree del mondo si sono ancora di più acuiti i problemi delle contraffazioni e delle barriere che sicuramento hanno bisogno di un sostegno concreto per poter essere affrontati dal sistema produttivo del nostro Paese.
“Apprezziamo l’ordine del giorno presentato oggi dall’On. Cenni e dall’On. Incerti che impegna il Governo a porre in essere un apposto provvedimento normativo volto ad incrementare le risorse per afforzare la promozione, la valorizzazione e l’informazione dei prodotti agroalimentari italiani Dop e Igp e il potenziamento dei consorzi di tutela – prosegue ancora Cesare Baldrighi – – Confidiamo inoltre che anche altri parlamentari di tutte le forze politiche condividano e sostengano questo bisogno per realizzare insieme anche al Governo un vero ‘progetto ripartenza’; alle organizzazioni della filiera agroalimentare chiediamo di non sottovalutare queste criticità: dal sistema dell’etichettatura, (Nutriscore), al tema della tutela delle IG (per esempio i casi Prosek e aceto sloveno). Tutti campanelli di allarme – conclude Baldrighi – che ci devono vedere quanto mai uniti, pena la deflagrazione, in un effetto domino assai pericoloso, per tutto l’agroalimentare italiano”.