MILANO – “Ringraziamo il governo e il Ministro Patuanelli per aver dimostrato in tempi rapidissimi l’attenzione delle Istituzioni alla grave situazione di difficoltà attraversata dalla suinicoltura italiana anche a causa dell’emergenza PSA riscontrata in animali selvatici nel nord del Paese”.
Così Ruggero Lenti, Presidente di Assica, nel commentare lo stanziamento di 50 milioni di euro a favore della filiera suinicola. (Leggi Sostegno a filiera suinicola. Aiuti per 50 milioni di euro per limitare conseguenze peste suina africana).
“Si tratta di un intervento urgente, che stanzia alcune prime risorse sia per rafforzare le misure di contrasto all’eventuale diffusione della malattia veterinaria tra gli animali sia per provare a garantire un indennizzo alle imprese della filiera che vedono il proprio export sfumare a causa dei blocchi cautelari alle importazioni introdotte da alcuni Paesi extra Europei” ha proseguito Lenti.
Come noto, una prima stima dei danni elaborata da Assica attesta a circa 20 milioni di euro al mese le perdite del settore; ma se la situazione dovesse peggiorare e si estendesse il numero di Paesi Terzi che potrebbero introdurre restrizioni al nostro export, il danno aumenterebbe rapidamente anche oltre i 60 milioni di euro al mese.
In un periodo in cui già i costi delle materie prime e le spese per energia assorbono risorse più del normale, con la pandemia che indurisce la morsa restringendo i consumi, è facile comprendere come l’equilibrio per la tenuta del settore e della filiera sia particolarmente a rischio.
“Auspichiamo che le risorse previste dal decreto possano giungere quanto più tempestivamente ed efficacemente possibile alle imprese, magari aumentandone anche la dotazione, in modo che il ristoro sia più sentito dalle aziende del settore che già sostengono le pesanti conseguenze economiche dell’attuale scenario di mercato. Fondamentale è anche proseguire con sempre maggiore intensità nello sforzo per impedire l’ampliarsi della diffusione della malattia e che altri Stati esteri blocchino l’export dei nostri salumi.
Oltre al danno economico diretto dal mancato export, non dobbiamo dimenticare che esiste un altro danno ben più complesso da quantificare, ma non meno pericoloso: perdere l’accesso ad un mercato estero lascerebbe campo libero non solo ai nostri concorrenti internazionali – ed è noto come sia poi difficile recuperare posizioni – ma anche all’Italian Sounding che sappiamo essere particolarmente attento ai prodotti del nostro settore e vanifica dunque anni di sforzi dello Stato, delle aziende e anche di Consorzi e associazioni per promuovere la cultura dell’autenticità del food Made in Italy che tutto il mondo ci invidia” ha concluso Lenti.
ASSICA, Associazione Industriali delle Carni e dei Salumi, è l’organizzazione nazionale di categoria che, nell’ambito della Confindustria, rappresenta le imprese di macellazione e trasformazione delle carni suine. Nel quadro delle proprie finalità istituzionali, l’attività di ASSICA copre diversi ambiti, tra cui la definizione di una politica economica settoriale, l’informazione e il servizio di assistenza ai 180 associati in campo economico/commerciale, sanitario, tecnico normativo, legale e sindacale. Competenza, attitudine collaborativa e affidabilità professionale sono garantite da collaboratori specializzati e supportate dalla partecipazione a diverse organizzazioni associative, sia a livello nazionale che comunitario. Infatti, sin dalla sua costituzione, nel 1946, ASSICA si è sempre contraddistinta per il forte spirito associativo come testimonia la sua qualità di socio di Confindustria, a cui ha voluto aderire sin dalla nascita, di Federalimentare, Federazione italiana delle Industrie Alimentari, di cui è socio fondatore, del Clitravi, Federazione europea che raggruppa le Associazioni nazionali delle industrie di trasformazione della carne, che ha contribuito a fondare nel 1957.