ROMA – Saranno pochi i lavoratori che andranno in pensione con la nuova quota 102.
Almeno questo è quanto si apprende da una lettura della Legge di Bilancio.
La misura si rivolgerà pressoché alle stesse platee di lavoratori della quota 100. Infatti, per quota 102, occorrono 64 anni di età e 38 anni di contributi tra il 1° gennaio 2022 ed il 31 dicembre 2022. L’uscita pensionistica conferma le stesse caratteristiche della quota 100.
In primo luogo restano le finestre mobili (3 mesi dalla maturazione dei requisiti per i lavoratori del settore privato; 6 mesi per il pubblico impiego); rimane anche il divieto di cumulo del reddito da lavoro e pensione sino all’età della pensione di vecchiaia. È ammesso solo il cumulo con redditi di lavoro autonomo di natura occasionale per un massimo annuo
di €5.000 lordi. I 38 anni di contributi possono essere maturati con il cumulo dei contributi, cioè sommando la contribuzione versata nelle diverse gestioni previdenziali.
Per i dipendenti pubblici resta confermato lo slittamento nell’erogazione della buonuscita, ma con la possibilità di chiedere l’anticipo sino ad un massimo di 45 mila euro. Chi ha
raggiunto i requisiti per quota 100, entro il 31/12/2021 o per Quota 102, entro il 31.12.2022, potrà continuare ad andare in pensione in qualsiasi momento successivo, ad
esempio nel 2023 o 2024. Il diritto viene cioè cristallizzato.
Sull’importo dell’assegno conviene sottolineare che non ci saranno penalità. Il lavoratore che accede alla pensione con la Quota 102, ottiene un assegno calcolato con il sistema che compete la sua pensione e per i contributi versati sino a quel momento.
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Fonte Dimensione Agricoltura