BARI – Inaccettabile la paralisi amministrativa che rischia da far slittare di un altro anno la rigenerazione del territorio salentino, dopo che la xylella ha fatto seccare 21 milioni di ulivi, provocando effetti più disastrosi di un terremoto con ripercussioni drammatiche di natura produttiva, ambientale, economica, lavorativa.
E’ la denuncia di Coldiretti Puglia, in una lettera inviata all’Assessore regionale all’Agricoltura, Donato Pentassuglia, che definisce ingiustificabili i ritardi per cui non risulta nemmeno cominciata l’istruttoria delle circa 600 domande singole per l’espianto e il reimpianto degli ulivi e chiede un decisivo intervento dell’assessorato, a cui Coldiretti Puglia offre la collaborazione massima per individuare le soluzioni più appropriate per uscire dallo stato d’impasse.
“E’ questa una situazione inaccettabile che farà ritardare ancora di un anno la ripresa olivicola del territorio colpito da xylella. Infatti, l’olivo va piantumato – incalza Pietro Piccioni, direttore Coldiretti Puglia – entro il periodo primaverile e, stando così le cose, si rischia che solo una parte limitata delle imprese saranno in grado di cominciare il reimpianto degli olivi in zona infetta con i fondi messi a disposizione dal Decreto Interministeriale. Significa, inoltre, anche continuare a perdere ulteriore reddito e lavoro in questo comparto e al suo indotto, così fortemente colpito dalla fitopatia”.
La xylella è arrivata in Puglia portata da piante tropicali giunte dall’America latina e fino a oggi ha infettato oltre 8mila chilometri quadrati con oltre 21 milioni di ulivi colpiti, molti dei quali monumentali, frantoi svenduti a pezzi in Grecia, Marocco e Tunisia e 5mila posti di lavoro persi nella filiera dell’olio extravergine di oliva. A causa della xylella fastidiosa sono andate perse 3 olive su 4 in provincia di Lecce con il crollo del 70% della produzione di olio di oliva anche nell’annata 2021.