ROMA – Firmato il decreto attuativo che sancisce le linee guida del cosiddetto “oleoturismo” che ha visto interagire in questi ultimi mesi il Mipaaf insieme al Ministero del Turismo. Un successo per tutta la filiera che, sulla scorta di quanto accaduto già per il vino, potrà ora avere una legislazione in grado di fornire investimenti e programmazione alle migliaia di aziende del settore.
Soddisfazione generale a livello politico, a partire da chi questa strada l’aveva cominciata a percorrere, il senatore Dario Stefàno, presidente della commissione Politiche dell’Unione europea e “padre” della norma inserita in legge di bilancio. “Si tratta di un altro obiettivo che mi ero posto in questa legislatura e che sono contento sia stato centrato. La palla, adesso – spiega Stefàno – passa alle singole Regioni per compiere veramente l’ultimo miglio necessario a dare effettiva e piena operatività ad una norma pensata e voluta come occasione e opportunità di diversificazione e ampliamento del reddito per i produttori di olio, ma anche per arricchire l’offerta turistica resiliente al Covid. Mi augura si faccia più in fretta di quanto fatto con il recepimento del decreto su Turismo del vino”.
“Ora toccherà alle Regioni – aggiunge il presidente della ComAgri, Filippo Gallinella – attivarsi per allineare le proprie normative locali alle linee guida del decreto, affinché vi sia un minimo comune denominatore in tutta Italia, riconoscibile attraverso il logo distintivo e in fretta perchè la norma attuativa sull’oleoturismo può servire da slancio a un settore da tempo in sofferenza: unita a nuove strategie di vendita e alle risorse del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) per l’innovazione dei frantoi, potremo portare valore aggiunto distribuito sul tutto il territorio italiano vocato all’olivicoltura”.
Con questo provvedimento, si legge nel decreto, si definiscono attività di oleoturismo tutte quelle legate alla conoscenza dell’olio d’oliva, espletate nel luogo di produzione, che consistono: in degustazione, in promozione e in iniziative a carattere didattico e ricreativo nell’ambito dei luoghi di coltivazione e produzione. Una nuova frontiera insomma, per uno dei settori di eccellenza del Made in Italy.