Aviaria in Veneto. Confagricoltura chiede chiarezza alla Regione sugli accasamenti

VENEZIAQuando ripartiranno gli allevamenti delle galline ovaiole? È la domanda che si pone Confagricoltura Veneto all’indomani del provvedimento del Ministero della Salute sull’aviaria, che ha dettato le nuove misure per affrontare l’emergenza e consentire i nuovi ripopolamenti a partire dall’8 febbraio.

E proprio per fare chiarezza Confagricoltura Veneto si è fatta promotrice di una lettera alla Regione, sottoscritta anche dalle altre organizzazioni sindacali, chiedendo un incontro su restrizioni e incertezze in merito alle tempistiche di ripartenza. “Riteniamo che le decisioni su un’emergenza così grave, che ha colpito in maniera pesantissima le nostre aziende agricole, debbano essere condivise e non calate dall’altro – sottolinea Michele Barbetta, presidente regionale della sezione avicola di Confagricoltura -. Troppe cose non ci sono chiare, come la mancanza di allevamenti di galline ovaiole nell’elenco delle aziende che possono riavviare gli accasamenti. Così come sono esclusi anche gli allevamenti che hanno avuto un focolaio. Per quale motivo se non sono più infetti, se tutte le carcasse sono state smaltite, se sono state seguite scrupolosamente le prescrizioni dettate dal protocollo ministeriale?”.

Nella lettera le organizzazioni agricole sottolineano che “il comparto agricolo veneto ha ormai superato il periodo critico riguardante gli interventi di svuotamento degli allevamenti colpiti dall’ondata epidemica che si è abbattuta a partire dallo scorso novembre, della loro disinfezione e dello smaltimento delle carcasse. Essendo  quindi prossimi alla chiusura delle misure sanitarie di protezione e sorveglianza dell’epidemia”, si legge ancora,  “si evidenzia la necessità di definire un protocollo e una tempistica di ripartenza che tenga in considerazione le peculiarità delle diverse filiere coinvolte, con particolare attenzione a quella delle ovaiole. Sottoponiamo, allora,   la necessità di rappresentare la preoccupazione degli allevatori avicoli veneti che intendono riaccasare e riprendere l’attività produttiva nel rispetto di tutte le norme previste, e che vogliono quindi avere  un quadro preciso in merito alle fasi successive alla eliminazione dei focolai”.

Intanto Crédit Agricole Italia, Unicredit, Banco Bpm, Intesa Sanpaolo, Bnl (gruppo Bnp Paribas) e Banca Popolare di Sondrio hanno risposto all’appello di Confagricoltura, che nelle scorse settimane si era rivolta ai principali istituti di credito sollecitando un’attenzione particolare alle imprese in difficoltà per l’influenza aviaria. Il loro impegno, con alcune variabili a seconda delle banche, prevede alcuni interventi nell’ambito della liquidità finanziaria, come la sospensione delle rate dei finanziamenti in essere per 12 mesi, nuovi canali di finanza agevolata, la riorganizzazione delle esposizioni e delle scadenze bancarie. Previsto in alcuni casi anche l’anticipo dei danni diretti e indiretti, con finanziamenti a breve e medio termine.

Secondo i dati dell’Istituto Zooprofilattico Sperimentale delle Venezie, aggiornati al 3 febbraio, sono 308 i focolai di aviaria accertati tra gli allevamenti. L’ultimo focolaio registrato in Veneto risale al 10 gennaio.

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