ROMA – In ottica From Farm to Fork le nuove pratiche agricole sono la soluzione per invertire la crisi globale e combattere lo spreco alimentare, con la possibilità di prolungare la durata di conservazione di frutta e ortaggi per realizzare un sistema alimentare sostenibile.
Grazie alla metodologia innovativa del controllo biologico (biocontrollo), che consiste nell’utilizzo di organismi naturali (insetti utili, microrganismi, feromoni, sostanze naturali) in grado di contrastare i parassiti, i batteri e gli agenti patogeni nocivi delle piante, si riducono anche le perdite di cibo lungo le catene di produzione e fornitura. L’obiettivo è quello di favorire la transizione dalla chimica di sintesi ai bioprodotti di origine naturale in agricoltura, nella logica di una riduzione, entro il 2030 del 50% dell’uso dei pesticidi chimici.
Con questa finalità, Cia-Agricoltori Italiani ha avviato un progetto di innovazione digitale in 100 aziende agricole con IBMA Italia, l’associazione degli operatori nell’industria della bioprotezione, per la formazione attiva e le prove in campo di queste nuove tecnologie.
Lo spreco alimentare è un problema in continua crescita, che non si può ignorare. Per invertire questa tendenza, Cia ritiene necessaria una trasformazione radicale del nostro sistema agroalimentare, che deve iniziare dalle pratiche agricole ed estendersi lungo tutta la catena del valore: produzione, trasformazione, stoccaggio, esportazione, distribuzione e consumo domestico.
I progressi nelle nuove soluzioni di bioprotezione possono, dunque, svolgere un ruolo significativo nella riduzione delle inefficienze e degli sprechi alimentari nelle aziende agricole, prendendo in prestito gli strumenti dalla cassetta degli attrezzi della natura. La ricerca in questi anni ha mostrato come proprio grazie alla protezione del biocontrollo, gli agricoltori possano aumentare le azioni di contrasto ai parassiti, per allungare la durata di conservazione di frutta e verdura fresca e garantire alimenti più sani e sicuri sulle nostre tavole.
Per Cia, la diffusione di queste metodologie in Italia è un progetto ambizioso che parte dalla sperimentazione agronomica e deve arrivare alla pratica dell’agricoltore. Una sfida necessaria che richiede passi da gigante sia culturali, sia in termini di investimenti, dove ricerca e innovazione devono riuscire a contemplare il biocontrollo nello sviluppo agricolo green, contribuendo a dare un futuro al bio e alla produzione integrata.
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