ROMA – Anche AssoBirra, l’Associazione più rappresentativa del comparto birrario in Italia, esprime preoccupazione per il voto che questa sera la plenaria del Parlamento Europeo pronuncerà sulla relazione approvata dalla Commissione BECA sul Piano Europeo Anticancro. Questo piano si configura come un elemento importantissimo per la tutela dei cittadini europei rispetto a patologie tanto gravi e devastanti. Le aziende, nel solo settore birrario, investono in Europa oltre 900 milioni di euro all’anno per 8.000 comunità locali, sostenendo decine di migliaia di realtà sportive.
E’ finalizzato a introdurre una serie di azioni per ridurre sensibilmente l’incidenza di patologie oncologiche in Europa, ma ha anche messo in allarme tutto il settore agroalimentare italiano, incluso quello della birra, poiché pone le basi per l’implementazione di misure particolarmente penalizzanti – come etichettature con avvertenze sanitarie e il divieto di sponsorizzazioni di eventi sportivi – secondo AssoBirra esageratamente punitive e senza alcuna distinzione tra consumo moderato e consumo eccessivo, e quindi dannoso. Il rischio per gli operatori è infatti quello di subire una demonizzazione ingiustificata del prodotto birra, che finirebbe categorizzato come dannoso, con una impostazione che potrebbe penalizzare la filiera, incoerente con le modalità di consumo e la cultura della birra in Italia.
“La birra in Italia è un prodotto che, nella grandissima parte dei casi, viene consumato in quantità moderate e, soprattutto, l’80% della birra viene bevuta durante i pasti, quindi in un contesto conviviale e coerente con la cultura del bere moderato, che caratterizza le abitudini responsabili di noi Italiani. – afferma Alfredo Pratolongo, Presidente di AssoBirra – “Nonostante il trend di crescita dei consumi di birra in Italia, il nostro Paese ha un consumo pro capite pari a circa la metà della media europea, che vede Paesi del Centro Europa con consumi anche 4 volte superiori ai nostri, in ragione di un approccio al bere moderato e responsabile dei nostri concittadini. Le misure indifferenziate che non distinguono fra consumo responsabile ed eccessivo danneggerebbero solo imprese e consumatori, senza per altro essere efficaci nel limitare gli abusi della popolazione adulta e nel combattere il consumo dei minori. Auspichiamo che il Parlamento Europeo, dove diversi europarlamentari italiani hanno depositato emendamenti a supporto della nostra posizione, faccia proprie le ragionevoli mitigazioni proposte che in nessun modo minano la ratio condivisibile della relazione.”
Nel caso del divieto alle sponsorizzazioni per il settore sportivo, quest’ultimo potrebbe subire pesantissime ricadute economiche. Le sponsorizzazioni rendono lo sport più accessibile e sono un vantaggio per tutti: spettatori, atleti, società sportive. Quando si parla di sponsorizzazioni agli eventi sportivi non parliamo soltanto dei grandi eventi, ma soprattutto di quelle migliaia di realtà locali che vivono grazie agli sponsor che arrivano dalle piccole cantine o da piccoli birrifici che operano in piccoli comuni.